Germanà 'declassato' Nessuna conciliazione davanti al giudice del lavoro
Restano inconciliabili le posizioni dell’amministrazione comunale e dell’ex comandante della Polizia Municipale Fabio Germanà Ballarino, ‘declassato’ dal ruolo apicale ricoperto durante il mandato di Oreste Perri, tra 2009 e luglio 2014, a semplice responsabile di Centrale Operativa e successivamente dell’ufficio Infortunistica, con la nuova amministrazione Galimberti. Incarico ottenuto comunque solo dopo aver mosso un avvocato e in seguito al perdurare di una condizione di stress psicologico ascrivibile ad una situazione di ‘straining’ (lavoro in condizioni disagevoli).
Questa mattina davanti al giudice del lavoro Antonia Gradi, si è svolta la prima udienza del processo civile mosso dal ricorso dell’ex comandante attraverso l’avvocato Massimiliano Cortellazzi. Le parti si sono incontrate (a rappresentare il Comune c’erano il segretario generale Pasquale Criscuolo e l’avvocato Enrico Cistriani) ma non hanno trovato un accordo. Il giudice scioglierà la riserva in tempi brevi, decidendo quali testimoni ammettere nel procedimento.
Secondo il ricorso, il ‘demansionamento’ di Germanà era iniziato pochi giorni dopo che la nuova amministrazione si era insediata: Germanà Ballarino veniva informato in un colloquio “di pochi minuti” con il sindaco Galimberti e gli assessori Barbara Manfredini e Maurizio Manzi, che non avrebbe più ricoperto il ruolo di comandante. Nel giro di qualche settimana, l’attuale comandante Pierluigi Sforza e un altro ufficiale (l’attuale vice Roberto Ferrari) venivano incaricati dal segretario generale dei ruoli di ‘posizione organizzativa’, dopo procedura selettiva a cui lo stesso Germanà Ballarino aveva partecipato. L’amministrazione nel settembre successivo modificava l’assetto organizzativo dell’ente, trasformando la Polizia Municipale da ‘settore’ a ‘servizio’ e di fatto dando il via alla separazione tra ruolo di comandante e qualifica dirigenziale, fino ad allora in capo alla stessa persona. Veniva poi pubblicato un secondo bando interno per rivestire i ruoli definitivi di comandante e vicecomandante e anche stavolta Germanà Ballarino veniva escluso.
Iniziava così il nuovo corso lavorativo per l’ex comandante dei vigili “relegato – si legge nel ricorso – nella centrale operativa sostanzialmente con mere funzioni di risposta telefonica (nei nove mesi che si trovò a dover rivestire questo ruolo, le sue incombenze consistettero essenzialmente nel rispondere al pubblico e al personale quale assistenza radio) ed apertura del cancello, con palese imbarazzo anche da parte degli stessi agenti che fino a poco prima, avevano nel dottor Germanà il loro comandante, e adesso se lo trovavano lì”. Sono nove mesi di “isolamento professionale e relazionale”, che non richiedono alcuna delle competenze acquisite, e che creano “emarginazione” ed “indubbia sofferenza emotiva”. Solo dal 29 aprile 2015 gli viene affidato l’incarico di responsabile dell’Infortunistica, senza che peraltro – sostiene la parte offesa – venga individuato un altro ufficiale nel posto prima occupato in Centrale operativa, “ad ulteriore dimostrazione del fatto che lì, l’ex Comandante non serviva”.
Inizialmente la richiesta di Germanà era stata – spiega fuori dall’aula delle udienze l’avvocato Cortellazzi- “il solo riconoscimento del ruolo e della professionalità, con l’attribuzione di un incarico di p.o., che non avrebbe comportato alcun onere finanziario aggiuntivo per l’ente”. La chiusura totale da parte dell’amministrazione comunale avrebbe poi prodotto il ricorso con la richiesta di risarcimento danni per 200mila euro.
Di tutt’altro avviso il Comune, rappresentato dal segretario generale Pasquale Criscuolo e dall’avvocato Enrico Cistriani che in sede di udienza hanno ribadito quanto già sostenuto nella memoria depositata in aprile: “Le affermazioni di Germanà si palesano assai lontane dalla realtà operativa, nonché volutamente riduttive, per usare un eufemismo, dei compiti sottesi al ruolo di ufficiale responsabile di centrale operativa, a cui, per inciso, non spetta precipuamente il compito di rispondere alle chiamate e alle segnalazioni, bensì quello di presidiare la centrale ed adottare le necessarie e talvolta delicate determinazioni circa le linee operative da adottare”.
“Deve tenersi conto”, si legge nella memoria, “che l’attività di polizia municipale si trova sovente ad affrontare momenti molto delicati e quello della gestione dell’emergenza tramite la centrale operativa è certamente uno di questi, in quanto è dai primi fondamentali minuti che dipende l’efficacia dell’intero servizio di pronto intervento”.
Per il Comune, dunque, quello dell’ufficiale a capo della centrale operativa è “un compito impegnativo, che presuppone un significato livello di responsabilità”.
In questi ultimi tre anni Germanà ha comunque partecipato a selezioni per comandanti dirigenti (a Cremona è l’unico ad essere iscritto al relativo elenco regionale) presso altre amministrazioni, ad esempio Milano, Trieste, Rimini, Ravenna, piazzandosi sempre nelle prime posizioni. Laureato in legge, ha anche svolto pratica legale.
“E’ comprensibile il malessere – aggiunge l’avvocato del Comune – ma qui si tratta di appurare se le mansioni attribuite rientrano tra quelle affidabili a un ufficiale di polizia municipale”. “Oggetto della controversia – sottolinea Criscuolo – è se le funzioni svolte siano quelle previste per l’inquadramento quale istruttore direttivo di categoria D. Il coordinamento di centrale operativa è fondamentale, prevede la gestione del personale esterno con l’assunzione di decisioni anche determinanti”. Per cui, nessun accanimento nei confronti dell’ex comandante (che a fine udienza si è soffermato a lungo con Criscuolo, suo diretto dirigente) mentre l’eventuale cedimento di fronte alle richieste economiche configurerebbe, secondo l’amministrazione, un utilizzo improprio – e perseguibile – delle risorse pubbliche.
g.biagi