Cronaca

Enrico Rebuschini, celebrato il ventennale della beatificazione

Si è tenuta la solenne celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, a ricordo del ventesimo della beatificazione 1997 – 2017 del Beato Enrico Rebuschini, presso la Casa di Cura San Camillo a Cremona. Presenti autorità religiose, militari, associazionistiche e civili, tra cui il consigliere regionale Carlo Malvezzi, il consigliere provinciale Gianni Rossoni, il delegato del sindaco di Cremona, consigliere comunale Giovanni Gagliardi, il presidente dell’Associazione residenze sociosanitarie provinciali (Arsac), Walter Montini, oltre a personale medico e paramedico della Casa di Cura.

Nelle parole introduttive di Padre Virginio Bebber, presidente dell’Associazione religiosa degli istituti socio-sanitari (Aris) il ricordo del Beato Enrico Rebuschini, padre camilliano dell’Ordine dei Ministri degli Infermi, ricordandone opere ed attività a servizio del prossimo e dei sofferenti. Nell’omelia del Vescovo di Cremona,  mons. Napolioni ha ricordato come “l’aver cura di chi soffre significa star vicini a Gesù”. Vi sono differenti modi di star vicino ai bisognosi nella sofferenza, sia rispetto alle malattie e quindi una vicinanza per il dolore che si avverte a livello fisico e quindi a livello terapeutico, sia nella vicinanza nel lenire il dolore a livello umano, spirituale e nel cuore. La missione del Beato si riassume nel monito lasciato alle future generazioni: “Andate ad annunciare il regno di Dio e curate gli infermi”.

Nella vita ed, in particolare modo nella sua attività a Cremona (undici anni come superiore della comunità e per trentaquattro anni amministratore-economo),  lasciò un segno indelebile della carità ed umiltà  nello spirito di servizio, declinati in una concreta solidarietà ed applicando, pienamente, la raccomandazione di San Camillo: “Servire i malati come fa una madre con il suo unico figlio infermo”.

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