Cronaca

Droga, sequestri non bastano In tre anni +30% di giovani segnalati dalla Prefettura

Torna prepotente il problema tossicodipendenza sulla piazza cremonese, una recrudescenza generale su cui qualche settimana fa ha lanciato un preoccupato allarme don Antonio Mazzi, dal parco di Rogoredo, autentico supermarket dello spaccio alle porte di Milano: “Mi sento male perchè tornano le scene degli anni ’80, non è possibile che si torni alle siringhe negli alberi. Credevo di aver lavorato trent’anni per qualcosa”. Un pozzo senza fondo sembra essere il mercato della droga, difficile da bandire anche a Cremona, nonostante i sequestri di sostanze siano quasi  quotidiani.

“Se c’è chi spaccia, è perchè c’è qualcuno che compra”, è il pensiero in sottofondo di chi si occupa di recupero e assistenza ai tossicodipendenti, anche per riequilibrare il facile luogo comune per cui l’immigrato senza arte né parte sia l’origine del problema. In realtà, il mercato è florido perchè c’è una rete di acquirenti spalmati su vari strati sociali e su un’ampia fascia anagrafica, disposta a comprare senza curarsi troppo dei rischi. Uno specchio di questa realtà è fornito dagli utenti del servizio dipendenze dell’azienda ospedaliera (Serd) che lo ha ereditato dall’Asl. “Negli ultimi tre anni è aumentato il numero di segnalazioni dalla prefettura – spiega Franco Spinogatti, responsabile della struttura – un aumento consistente che si associa anche al numero maggiore di giovani (persone sotto i trent’anni) che affluiscono al servizio”.

Il dott. Franco Spinogatti

La fascia 14 – 29 anni mostra l’incremento più elevato di utenti che si sono rivolti alla struttura di via Postumia: erano 166 nel 2014, 162 l’anno dopo, sono saliti a 244 nel 2016, oltre il 30% in più. Colpisce l’andamento della fascia anagrafica della scuola superiore, dove ormai da anni forze dell’ordine e servizi sanitari stanno facendo campagne educative: 50 segnalazioni nel 2014, diventate 79 nel 2016; 165 i giovani tra i 19 e i 29 anni arrivati al servizio nel 2016. Ma stanno aumentando anche gli utenti di età media: 73 nuove segnalazioni hanno riguardato la fascia 30 – 39 anni (contro le 40 dell’anno prima); 26 gli utenti tra i 40 e i 49 anni (erano 21); 6, infine, quelli tra i 50 e i 59 anni (il doppio del 2014).

“Lo spaccio è l’unico supermercato che non ha orari di chiusura – afferma Spinogatti -. Sempre più avviene in maniera capillare e diffusa e questo si riflette anche nel numero di sequestri. Un cambiamento rilevante degli ultimi tempi è proprio l’estrema accessibilità delle droghe. Da Cremona molti si spostano anche a Milano, a Rogoredo, dove si trova di tutto”.

Le sostanze più in voga tra giovani e giovanissimi sono derivate dalla cannabis o droghe sintetiche mentre appartengono a tutt’altra categoria gli utenti ‘storici’ del Serd, con una frequenza quasi quotidiana, trattati con metadone. Un presidio, questo, che Spinogatti definisce “importante fattore di stabilità” e che vede in trattamento attualmente 310 persone (dato aggiornato al primo trimestre 2017). Si tratta di soggetti che utilizzano come sostanza primaria l’eroina, associata talvolta a cocaina e cannabinoidi e a cui vengono somministrate terapie sostituive. Il grosso è rappresentato da adulti tra i 40 e i 49 anni (85 utenti), seguiti dai trentenni (30 – 39 anni) con 78 utenti, dai cinquantenni (50 – 59 anni), 68 persone. Ma tra questi 310 ci sono anche 70 persone tra i 20 e i 29 anni: le droghe cosiddette pesanti non sono affatto retaggio del passato.

Nel complesso, il Serd di Cremona e Casalmaggiore ha trattato nel 2016 3355 persone, con un aumento del 13% rispetto al 2015. Se rapportato al bacino di utenza di 155mila abitanti, si tratta del 2%: non solo tossicodipendenti o potenziali tali, ma anche persone con problemi di alcol e di gioco patologico. Rilevanza sempre maggiore sta assumendo anche il servizio di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili (521 accessi nel 2016), che viene effettuato tramite test in completo anonimato.

g.biagi

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