Causa di lavoro Germanà contro Comune. Le ragioni dell'amministrazione
Nella causa di lavoro intentata dall’ex comandante della polizia municipale Fabio Germanà Ballarino, il Comune, nella prima udienza, si è costituito in giudizio. Secondo l’ufficiale cremonese, che ha guidato la municipale dal 2009 al 2014, l’amministrazione, nei nove mesi successivi alla cessione del comando a Pierluigi Sforza, lo avrebbe messo da parte, relegandolo a compiti che non avevano nulla a che vedere con le sue competenze.
Per contro, il Comune risponde sostenendo che “l’assunto del dottor Germanà appare destituito di fondamento e, anzi, desta un certo stupore”. Nella memoria depositata dall’avvocato Enrico Cistriani per conto del Comune si controbatte, dichiarando che “le affermazioni di Germanà si palesano assai lontane dalla realtà operativa, nonché volutamente riduttive, per usare un eufemismo, dei compiti sottesi al ruolo di ufficiale responsabile di centrale operativa, a cui, per inciso, non spetta precipuamente il compito di rispondere alle chiamate e alle segnalazioni, bensì quello di presidiare la centrale ed adottare le necessarie e talvolta delicate determinazioni circa le linee operative da adottare”.
Per il Comune, “lo stato di disagio lavorativo e di stress forzato” lamentato da Germanà “non trae necessariamente origine da situazioni di demansionamento o di dequalificazione, ben potendo, tale disagio, essere causato da svariate altre ragioni”. E questo, perché “l’importanza e la rilevanza delle centrali operative dei comandi di polizia, e quindi dei compiti ad esse sottesi, non pare possano essere messe in discussione”.
Nella memoria si spiega che “una centrale operativa ben organizzata e con operatori opportunamente addestrati è in grado di smistare rapidamente ed efficacemente le richieste dei cittadini o le segnalazioni via radio dei colleghi, individuando subito il grado di emergenza e di priorità di ciascuna, gli uffici a cui passarle, i soggetti (proprie pattuglie, vigili del fuoco, ambulanze) che eventualmente devono essere attivati”. “Deve tenersi conto”, si legge nella memoria, “che l’attività di polizia municipale si trova sovente ad affrontare momenti molto delicati e quello della gestione dell’emergenza tramite la centrale operativa è certamente uno di questi, in quanto è dai primi fondamentali minuti che dipende l’efficacia dell’intero servizio di pronto intervento”.
Per il Comune, dunque, quello dell’ufficiale a capo della centrale operativa è “un compito impegnativo, che presuppone un significato livello di responsabilità”. Lo stesso Germanà, quando era il comandante dei vigili, “aveva confermato la figura di ufficiale responsabile della centrale operativa” e “sempre nelle vesti di comandante aveva a suo tempo costituito un ‘team di coordinamento’ incaricato di garantire il buon andamento dell’intera organizzazione del comando e, tra i 5 ufficiali (sui 12 esistenti) che costituivano il team, figurava anche l’ufficiale addetto alla centrale operativa”. In sostanza, “ciò depone, al di là di ogni dubbio, per la rilevanza strategica di tale figura e, anzi, per la sua necessarietà all’interno della centrale operativa”.
Nella causa di lavoro, l’ex comandante, difeso dall’avvocato Massimiliano Cortellazzi, chiede 200mila euro di risarcimento. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 18 maggio.