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Lgh-A2A, le ragioni di Anac Rifondazione: 'Nessun motivo di segretezza'

La presentazione dell'accordo Lgh a A2A, qualche mese fa a San Vitale (foto Sessa)

Il consiglio comunale previsto per oggi pomeriggio sul parere Anac in merito al caso Lgh – A2A, difficilmente potrà sciogliere tutti i nodi per capire se la partnership formalizzata ad agosto 2016 dovesse avvenire tramite procedura concorrenziale oppure, come è stato fatto, tramite trattativa diretta. Le 18 pagine del parere dell’autorità nazionale anticorruzione – Ufficio Vigilanza centrali di committenza e concessioni di servizi – contengono una serie di riferimenti giuridici che confutano in tutto o in parte le osservazioni che i soci di Lgh avevano già inviato alla stessa Anac subito dopo la comunicazione di avvio dell’istruttoria, a giugno dell’anno scorso. Ora la multiutility lombarda sta elaborando ulteriori controdeduzioni che dovranno pervenire ad Anac entro 30 giorni. Il parere Anac è datato 13 aprile 2017 ed era stato avviato da una segnalazione del Movimento 5 Stelle del 26 febbraio 2016.

In sostanza – sostiene Anac –  la vendita del 51% del capitale sociale di Linea Group Holding Spa, anziché avvenire in forma ‘diretta’ ad A2A, avrebbe dovuto essere preceduta  da un confronto concorrenziale tra gli altri operatori economici del settore  tramite una procedura ad evidenza pubblica. Sarebbe quindi servita una gara esplorativa, con l’indicazione degli obiettivi sia di natura industriale che amministrativa che si volevano ottenere, e con pubblicazione sulla gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, vista la rilevanza dell’importo, oltre 113 milioni. Alla base di un giudizio tanto drastico sta in particolar modo la giurisprudenza comunitaria, a garanzia del buon funzionamento del mercato unico e riferita – sostiene Anac – a qualunque tipologia contrattuale che possa interessare imprese e professionisti.

In prima battuta Anac puntualizza la terminologia utilizzata. Poco importa – sostiene Anac – che nelle carte dell’operazione la si definisca a volte ‘partnership’, altre volte ‘integrazione’ o ancora ‘sinergia’: quella avvenuta il 4 agosto dell’anno scorso è stata una vendita di partecipazione azionaria di una società pubblica, Lgh, indirettamente controllata da enti locali. Quattro, in particolare, i paragrafi nei quali l’Autorità presieduta da Raffaele Cantone contesta le ragioni addotte da Lgh-A2A.

Contrasto al principio della libera concorrenza; acquisizione del controllo di fatto e di diritto da parte di A2A su Lgh; il fatto che A2A sia stata indicata dagli azionisti di Lgh come un partner con caratteristiche ‘uniche’ e le circostanze ‘eccezionali’. Quest’ultima voce, in particolare, appare rilevante: l’assenza di gara può essere giustificata solo se non esistono altri soggetti sul mercato in grado di svolgere un certo servizio, anche di pubblica utilità, ma non è questo il caso di attività come produzione e vendita di energia elettrica e gas naturale, distribuzione e vendita di calore mediante teleriscaldamento, gestione rifiuti. Infine, ultimo capitolo su cui c’è diversità di vedute tra autorità vigilante e soggetto industriale, i riferimenti normativi relativi alle direttive comunitarie su cui si è basata la decisione di non ricorrere a gara.

RIFONDAZIONE COMUNISTA: DIBATTITO PUBBLICO E’ DOVEROSO – Come anticipato ieri, verrà deciso questo pomeriggio se il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio di oggi (inizio ore 17) sarà a porte chiuse oppure no. Il comitato per l’Acqua pubblica ieri ha annunciato una pacifica manifestazione di protesta sotto salone dei Quadri in caso di chiusura; tra le fila del movimento, anche diversi esponenti di Rifondazione Comunista, che oggi rincara la dose con un comunicato del circolo cittadino di via Cavitelli: “Ci domandiamo in quale delle clausole di riservatezza previste dall’art. 81, comma1, lettera d) del regolamento del Consiglio Comunale rientri l’argomento: si discutono questioni che comportano apprezzamenti su qualità personali, attitudini, meriti e demeriti individuali, oppure argomenti la cui riservatezza è imposta dalla legge o la cui trattazione palese (discussione pubblica) possa essere pregiudizievole per il patrimonio Comunale?

Noi crediamo fermamente che la vendita (non partnership) di tutti i nostri servizi pubblici ad A2A, sia un argomento che debba essere affrontato e discusso pubblicamente, perché da sempre patrimonio di tutti i cittadini cremonesi e chi amministra la città lo fa a nome e per conto di chi lo ha eletto.

Riteniamo doveroso per un’Amministrazione che ha impostato la propria campagna elettorale sul richiamo alla trasparenza ed alla legalità ed ha sottoscritto, in occasione della prima Giornata della Trasparenza e dell’Anticorruzione, il protocollo di intesa con il Coordinamento provinciale LIBERA Associazioni,  per la promozione della cultura della legalità, la prevenzione dei fenomeni corruttivi e la trasparenza, debba agire coerentemente con quanto dichiara e sottoscrive, soprattutto su beni che sono della comunità e non personali. Seduta chiusa significa che anche i consiglieri saranno tenuti al segreto. Quale segreto bisognerà mai preservare  sulla vendita ad A2A  del nostro patrimonio pubblico di beni e servizi e sul parere espresso in  proposito dall’ANAC?
Di cosa ha paura  il Sindaco Galimberti se  lui e la sua Giunta in questa operazione hanno agito correttamente?”

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