Economia

'Donne d’impresa nella società che cambia': incontro in sala Maffei

Le donne d’impresa sono motore non solo dello sviluppo economico ma anche di un rinnovamento sociale e culturale più che mai urgente per vincere la sfida del ritorno alla crescita. Un cambiamento che fatica ad affermarsi perché, di fatto, mancano politiche adeguate a favorire le imprese gestite al femminile. Lo hanno ribadito all’unisono, questa mattina in Sala Maffei, i relatori della tavola rotonda “Donne d’impresa nella società che cambia”, promossa Camera di Commercio e Cif, insieme a Regione Lombardia. A chiedere misure di valorizzazione dei talenti al femminile e azioni di sostegno all’imprenditoria che siano “family friendly” sono stati Gian Domenico Auricchio e Mina Pirovano, che guida il Cif lombardo, Nadia Bragalini e Gabriella Martani, presidente e vice del Cif di Cremona. Con loro anche Carlo Malvezzi, consigliere regionale e Carolina Pellegrini, consigliera regionale di parità. A moderare l’incontro è intervenuta la giornalista Nicoletta Tosato, volto di Cremona Uno.

“La conciliazione – ha affermato Carolina Pellegrini, consigliera regionale di parità – non è una questione delle donne perché la famiglia è l’ossatura fondamentale della nostra società”

“Lo sforzo culturale – rilancia il consigliere Carlo Malvezzi – è quello di cominciare a considerare la famiglia un soggetto sociale sul quale devono essere pensate le politiche e le misure: la donna che è sempre stata il soggetto sul quale pesa il carico di cura maggiore va sostenuta nella sua libertà di scelta”. E per ottenerla occorrono, sostengono Malvezzi e Pellegrini, misure che “sostengano anche il lavoro autonomo e non solo quello dipendente”. Perché, continua Malvezzi, “di fronte ad un paese che in otto anni ha visto le nascite ridursi del 17% e che sembra essersi arreso la politica no può balbettare”

“Non è pensabile che ancora oggi migliaia di donne anche nella nostra regione, abbandonino il posto di lavoro dopo il primo anno di vita del bambino” – affermano gli amministratori regionali. Per Nadia Bragalini, presidente provinciale del Cif e di terziario Donna Confcommercio, “le norme sono troppo penalizzanti per le imprenditrici con un welfare che anziché favorirla rischia di rendere più incerto il futuro della impresa”. “Occorre intervenire perché non è possibile che le madri rinuncino agli strumenti di welfare e siano costrette, quasi, a non interrompere il proprio lavoro – spiega Nadia Bragalini -. Anche perché i problemi, per le donne, imprenditrici non finiscono con i primi mesi di vita del bambino”. Molto, spiegano, le imprenditrici si cerca di fare proprio all’interno dell’azienda e del mondo associativo. Come ha spiegato Gabriella Martani che, in memoria del marito, ha dato vita alla “Associazione Piper”. “Il lavoro – spiega la vicepresidente del Cif – è uno strumento che serve all’uomo per la sua realizzazione e fare Azienda non significa solo fare profitto, o meglio non si fa business solo generando fatturato, ma investendo sulle persone, aiutandole a sviluppare il loro Valore umano e professionale. L’associazione “Piper” vuole diventare parte attiva nella determinazione di un sistema occupazionale ed economico che possa rimettere al centro l’Uomo. Piper vuole essere un messaggio di speranza che, ho letto, ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle!” E di speranza consapevole hanno parlato anche i relatori. Come Nadia Bragalini che ha spiegato quanto altri Paesi europei hanno scommesso con successo sulla conciliazione. Una analisi confortata anche da Mina Pirovano che ha testimoniato come le imprese in rosa, in Lombardia, negli anni della crisi si siano cresciute di cinque volte rispetto a quelle maschili. O da Giandomenico Auricchio che ha richiamato come, nella nostra provincia, l’imprenditoria femminile sia il 15% del totale. Molto resta da fare, soprattutto per le pmi, la vera “forza del Paese”. “Oggi, in Europa – conclude Carolina Pellegrini – solo la Grecia e Malta hanno indicatori peggiori dei nostri sul lavoro femminile. Una situazione di difficoltà che va superata con l’aiuto di tutti”.

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