Pgt, parte la variante: medie strutture di vendita dimezzate e più flessibilità
Il Pgt, di cui è appena partita la procedura per una variante parziale, non avrà grossi stravolgimenti e neanche l’ambizione di scardinare gli elementi considerati positivi, ma cercherà di conciliare le esigenze di progettisti e costruttori con la necessaria tutela del tessuto storico. Così l’assessore all’Urbanistica Andrea Virgilio interviene nel dibattito innescato dall’architetto Massimo Terzi due giorni fa (leggi qui: Commissione paesaggio, Terzi: ‘Nostre prescrizioni spesso ignorate, serve più coordinamento’), presidente della commissione che ha il compito di giudicare il corretto inserimento nel contesto di tutti gli interventi edilizi autorizzabili dal Comune, dalla piantumazione dei giardini, ai recuperi dei fabbricati. Il gruppo di lavoro capitanato da Terzi si riunisce all’incirca una volta alla settimana, la carica non è retribuita e il suo lavoro quasi mai esce alla ribalta, tranne sporadici casi.
Ieri, l’assessore all’Urbanistica Andrea Virgilio ha incontrato Terzi, sul tema di un più stretto raccordo che deve esserci tra urbanistica e paesaggio. “Prossimamente – spiega Virgilio – presenteremo in consiglio comunale il lavoro realizzato dalla Commissione Paesaggio, che traccia alcune linee guida in base alle quali sia possibile predeterminare i giudizi sulle pratiche edilizie. L’obiettivo è valorizzare sempre di più l’autonomia di un gruppo di professionisti che lavorano per preservare la qualità urbanistica della città. Questo sarà tanto più importante in vista delle modifiche che andremo ad apportare al Pgt, non certo uno stravolgimento, ma alcune modifiche al piano delle regole, per un approccio di maggiore flessibilità”.
Tra le novità che l’amministrazione vuole introdurre, ce n’è una che dovrebbe incontrare il favore del commercio tradizionale, ossia il dimezzamento delle dimensioni delle nuove medie superfici di vendita che si andranno a realizzare all’interno del tessuto consolidato. Attualmente le medie superfici di vendita autorizzabili dal Comune, senza limitazioni di numero in quanto il settore è liberalizzato, hanno un’estensione massima di 2500 mq. Per quanto riguarda il consumo di suolo, Virgilio chiarisce che la legge regionale blocca le cose in quanto ha introdotto una moratoria di tre anni che non consente ai comuni di apportare modifiche agli strumenti urbanistici, né in aumento né in diminuzione, “ma riteniamo che si possa evitare consumo suolo incentivando il recupero del tessuto consolidato. Anche per questo incentiviamo la flessibilità, vincolando però ricostruzione e demolizione di edifici alla qualità del progetto. Siamo convinti che su questo il ruolo della commissione Paesaggio possa giocare una funzione importante”. Lo stesso recupero di palazzo Grasselli, su cui il Comune sta investendo molto smuovendo anche capitali privati, va nella direzione di incentivare l’utilizzo degli edifici nel cuore storico della città: “Non possiamo – continua l’assessore – perdere di vista il rischio che i centri storici siano liberalizzati e basta: Cremona non può permetterselo, ha una qualità che non deve essere persa. Al tempo stesso siamo consapevoli che un approccio rigido non invita gli operatori ad investire”.
Nonostante si costruisca poco rispetto al passato, l’attività edilizia è in ripresa a Cremona: dai 500mila euro di oneri incassati dal Comune all’insediamento della giunta Galimberti, si è arrivati oggi a circa 2 milioni. Una crescita dovuta anche ad alcune facilitazioni introdotte, quali l’abbattimento dei costi per interventi di risparmio energetico e che, ad esempio, ha consentito il rinnovo o la nascita di palestre, bar, ristoranti.
Altra misura che verrà introdotta nel Pgt sarà l’abbattimento degli standard a parcheggio e questo potrà agevolare gli interventi in centro storico, in quanto chi ristruttura o recupera non dovrà sobbarcarsi alti costi di realizzazioni extra. “La variante puntuale – conclude Virgilio – non ha la prepotenza di andare a sradicare il lavoro fatto, che ha punti positivi; siamo in un periodo di transizione dal punto di vista edilizio, servono piccoli passi, misure di correzione, ma concrete”.
E a breve arriverà in consiglio comunale la variante al Cremona City Hub, che sancisce definitivamente la fine della previsione di nuove edificazioni residenziali – direzionali sull’area del foro Boario, confermandone l’attuale destinazione a parcheggio. Verrà inoltre confermata l’attuale viabilità, altra misura che dovrebbe incentivare il completamento delle aree attorno al Polo tecnologico, dal momento che chi investirà qui non dovrà impegnarsi anche in opere viabilistiche a servizio della collettività.
Tutte misure volte anche al problema dei grandi contenitori vuoti in centro storico, sia pubblici che privati che, se riconvertiti in luoghi che facilitano l’aggregazione potrebbero risolvere sia i problemi lamentati dai commercianti, sia il degrado urbanistico: tra questi l’ex cinema Tognazzi (ipotesi più probabile: parcheggio) o il complesso dell’ex ospedale di via Redaelli, dove tra l’altro la destinazione urbanistica lascerebbe molta libertà. “Ma gli strumenti urbanistici, su cui può intervenire il Comune, non possono risolvere tutto”, conclude Virgilio. Il resto lo fa il mercato.
g.biagi