Cronaca

Trafficanti di esseri umani, 34 arresti, immigrati stipati come merce da trasporto

AGGIORNAMENTO - Il procuratore Boccassini: "una goccia nel mare rispetto alla facilità con cui persone senza scrupoli si approfittano di persone che lasciano le proprie terre martoriate dalla guerra".

Maxi operazione della polizia di Cremona e della  Direzione Distrettuale Antimafia di Milano nel contrasto al fenomeno del traffico dei migranti. Dopo due anni di indagini, in manette sono finiti i membri di una banda di trafficanti di esseri umani, un sodalizio operante a livello internazionale e composto da decine di persone, quasi tutte di nazionalità straniera. L’inchiesta è partita dall’individuazione di alcuni autisti che vivevano nel cremasco. I particolari sono stati illustrati questa mattina in Questura a Milano dal procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Milano, Ilda Boccassini, dal sostituto procuratore Cecilia Vassena, dal questore di Cremona Gaetano Bonaccorso e dal capo della squadra mobile di Cremona Nicola Lelario. Per Cremona c’erano anche gli uomini che hanno seguito passo passo l’indagine: il sostituto commissario Gianluca Epicoco e i colleghi Mauro Bonazzoli e Armando Milanesi.

Gli arresti sono stati effettuati venerdì mattina. L’operazione, nella quale sono stati impiegati decine di uomini della polizia, ha interessato le provincie di Milano, Imperia, Genova, Reggio Emilia, Torino, Varese, Mantova, Pistoia, Reggio Calabria, Catania e la Frontiera di Ventimiglia. Le indagini hanno consentito di individuare un’ampia e ramificata associazione per delinquere finalizzata al trasporto, a fronte di pagamenti di somme di denaro, di cittadini extracomunitari provenienti dalla Siria, dall’Egitto, dall’Eritrea e dal Sudan, con base nella città di Milano e operante per lo più nelle città di Ventimiglia e Nizza.

L’organizzazione criminale, con una precisa divisione dei ruoli, era composta da cittadini egiziani e maghrebini, afghani, sudanesi, albanesi, molti dei quali in possesso di un regolare permesso di soggiorno, ed in misura minore da cittadini romeni e italiani. Al vertice c’erano dei cittadini egiziani che gestivano, sia mediante una fitta rete di contatti diretti con trafficanti che con la complicità di un altro appartenente al gruppo residente a Catania, il traffico di clandestini provenienti dalla Siria e diretti nel nord-Europa. Il soggetto residente a Catania, in particolare, aveva il ruolo di monitorare gli sbarchi ed era in contatto con scafisti e trafficanti provenienti dal nord-Africa.

Grazie a questi contatti con gli scafisti, i membri dell’organizzazione riuscivano a sapere degli sbarchi che sarebbero avvenuti sulle coste siciliane o pugliesi, dopodiché indirizzavano i profughi verso la città di Milano; città che i profughi raggiungevano mediante pullman, treni o nell’ambito dei trasporti organizzati per la loro collocazione presso le strutture d’accoglienza. Una volta arrivati a Milano gli stranieri venivano agganciati presso la stazione Centrale e nelle vicinanze delle strutture d’accoglienza per organizzare i viaggi finalizzati all’attraversamento della frontiera italiana per raggiungere le mete europee.

In alcuni casi le persone giunte in Italia clandestinamente contattavano direttamente i membri dell’organizzazione per ricevere istruzioni su come muoversi e cosa fare. Una volta terminate le trattative, le persone venivano accompagnate verso la frontiera di Ventimiglia dove venivano raggruppate e nascoste in attesa della predisposizione dei mezzi di trasporto necessari all’attraversamento della frontiera. I viaggi avvenivano quasi sempre di notte tramite una vasta rete di “passeur”, con auto, furgoni, camion all’interno dei quali venivano stipati come merce da trasporto all’interno di casse di legno o di bagagliai di autovetture, o in quantità impressionanti, decine di persone, anche minorenni, stipate in piccoli furgoni. Nella quasi totalità dei casi gli accompagnatori utilizzavano percorsi collaudati e ben conosciuti e nei casi in cui veniva utilizzato il treno per il trasporto, si guardavano bene dal viaggiare con i migranti, ma occupavano carrozze diverse per non essere controllati in loro compagnia. Per un viaggio completo, il costo per ciascun immigrato andava dai 500 ai 1000 euro. Dagli 80 ai 90 euro, invece, per il solo trasporto in treno.

Nel corso delle indagini sono stati effettuati dei servizi di appostamento dalla squadra mobile di Cremona con la collaborazione della polizia di frontiera di Ventimiglia, della  mobile della Questura di Imperia e anche, in diverse occasioni, con la polizia francese. I trafficanti sono stati fermati mentre cercavano di far entrare illegalmente in Francia decine di immigrati. Al termine dell’indagine sono stati ricostruiti 62 viaggi a fronte di un numero assai più numeroso di trasporti, cosa che ha permesso l’ingresso illegale in altri paesi europei di centinaia di individui. Complessivamente sono state arrestate in Italia 18 persone, 3 delle quali già in carcere. Sono anche stati spiccati altri ordini di cattura nei confronti di 16 soggetti, alcuni dei quali detenuti in Francia o in Germania o residenti all’estero. Per loro sono state attivate le procedure d’internazionalizzazione dei mandati. L’operazione ha visto la collaborazione dei poliziotti delle squadre mobili di Milano, Imperia, Genova, Reggio Emilia, Varese, Mantova, Reggio Calabria, Catania, del Commissariato di Busto Arsizio, Ivrea e Montecatini.

“Un goccia nel mare”, ha definito l’operazione il procuratore aggiunto Boccassini, “rispetto alla facilità con cui oggigiorno gente senza scrupoli si approfitta di persone che lasciano le proprie terre martoriate dalla guerra per affrontare un viaggio del dolore nella speranza di trovare un mondo migliore”. “In uno dei furgoni chiuso con il lucchetto”, ha spiegato la Boccassini, ” c’erano 41 persone ammassate, avevano difficoltà a respirare ed erano affamate e assetate. Siamo in un momento in cui il mondo respinge l’idea dell’integrazione e che ci possa essere sofferenza nel mondo. Di fronte al dolore, c’è la globalizzazione del male. La bravura, la professionalità e la passione delle persone che hanno operato fa sì che si eviti che il nostro paese produca soltanto il male”. “Un’indagine complessa e importante”, ha detto da parte sua il questore Bonaccorso, che ha voluto ringraziare la Dda, i suoi uomini e i tutti i colleghi della polizia che hanno lavorato in supporto a Cremona per il grande impegno e la professionalità dimostrati”.

Sara Pizzorni

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