Cronaca

Macchinari per 8 milioni e interventi strutturali per 10 Così cambierà l'ospedale

Nel prossimo triennio verranno sostituite apparecchiature obsolete e riqualificati diversi ambienti con ricollocazione di Anatomia patologica, ristrutturazione della Pediatria e spostamento delle Malattie Infettive. E dopo la sperimentazione di Soresina nasce anche a Cremona il presidio per le cure sub acute e le dimissioni protette (P.o.t)

E’ un piano di investimenti da quasi 21 milioni quello che porta la firma del direttore dell’Asst Ospedale Maggiore, Camillo Rossi, per il periodo 2017/2019 che prevede interventi di adeguamento delle strutture ospedaliere e acquisto di nuove strumentazioni per la diagnosi e cura. L’alta incidenza di tumori nel nostro territorio ha diretto una consistente parte  degli investimenti strutturali nel nuovo Cancer Center sorto al quarto piano dell’ospedale, anche grazie all’aiuto dei Rotary Club del territorio. “Il bacino territoriale della ASST di Cremona – si legge nella sintesi al Piano straordinario degli investimenti –  è storicamente caratterizzato da un dato epidemiologico relativo di mortalità per tumori tra i più alti d’Italia, non a caso i vari Piani di Organizzazione Strategica hanno via via implementato U.O.C. a vario titolo coinvolte nella diagnosi e nella terapia ma anche nei processi di Ricerca e Sperimentazione in ambito oncologico. Ecco perché la Direzione Strategica si è posta quale obiettivo prioritario aziendale quello del Cancer Center“. L’altro obiettivo strategico aziendale è legato alle Neuroscienze: “L’idea di un Hub Neuro-Cerebrovascolare presso l’Ospedale di Cremona – si legge –  nasce con l’ultimo e tuttora vigente Piano di Organizzazione Aziendale che istituì per la prima volta in Azienda il Dipartimento di Neuroscienze e Osteomuscolare costituito dalle U.O.C. di Neurochirurgia, Neurologia, Ortopedia e Traumatologia e Riabilitazione Intensiva”.

NUOVE APPARECCHIATURE – In quest’ottica il programma prevede l’acquisto di un acceleratore (3milioni e 50mila euro), una nuova gammacamera (785mila) e di un nuovo mammografo (225.700). L’altro settore ospedaliero che assorbirà gran parte degli investimenti in attrezzature è quello neurovascolare per cui è previsto un ‘hub’: verranno acquistati un nuovo angiografo per la cardiologia (866mila euro), macchine per Rmn e Tac (1 milione 721mila euro e 921mila euro); un microscopio per la neurochirurgia (699mila euro). In tutto, acquisti per 8 milioni 328mila euro.

REPARTI IN MOVIMENTO – Grosse novità anche dal punto di vista strutturale: anatomia patologica verrà trasferita dalla palazzina esterna, obsoleta e non più rispondente ai canoni di sicurezza, al piano terra dell’edificio principale, dove si trovano gli ambulatori specialistici. A loro volta questi verranno trasferiti al secondo piano. Anche Pediatria sarà interessata a lavori di ristrutturazione al piano rialzato, mentre al piano terra l’asilo nido aziendale verrà trasferito per lasciare il posto al reparto di malattie infettive. Un trasferimento, questo, che implica un consistente adeguamento dell’impianto di aerazione e filtraggio aria, data la delicatezza dei pazienti e che potrà avvantaggiarsi di un accesso indipendente dall’esterno. In tutto gli adeguamenti strutturali, raccolti sotto il capitolo ‘sicurezza’ del piano, ammontano a 10 milioni di euro.

COME A SORESINA, ANCHE A CREMONA UN  PRESIDIO PER  LE CURE SUBACUTE – Una spesa inferiore, poco più di 300mila euro, ma qualificante per il tipo di cure che verranno prestate, richiederà l’istituzione del P.O.T (presidio ospedaliero territoriale) come quello già esistente al Robbiani di Soresina: un luogo cioè dove vengono trattate le malattie croniche, con équipe mediche integrate a cui partecipano anche i medici di medicina generale. Qui potranno trovare spazio, ad esempio, le dimissioni protette.  “Il P.O.T., definito ‘domicilio allargato’ – si legge nel Piano –  è un’offerta innovativa alternativa all’ospedale per prestazioni residenziali, ambulatoriali e domiciliari a bassa/media intensità per i pazienti cronici, da 65 a 90 anni, con almeno due patologie, incluse diabete, cardiovasculopatie, broncopatie croniche, insufficienza renale cronica e m. di Parkinson ed escluse neoplasie attive, trapianti, dialisi ecc, classificati in categorie omogenee. Tali pazienti vengono arruolati dai Medici di Medicina Generale aderenti alla sperimentazione P.O.T. tra quelli contenuti negli elenchi degli eleggibili e che accettano un patto di cura. I medici scelgono il livello della loro partecipazione che, oltre alla responsabilità clinica, può arrivare all’assistenza al ricoverato e alla gestione in toto”. Il Pot troverà spazio al piano rialzato dell’edificio esterno che attualmente ospita al primo piano le malattie infettive. Quanto queste saranno trasferite,  anche altri locali dell’edificio potranno essere messi a disposizione dei medici. Verranno attivati 23 posti letto derivanti da una riconversione di 17 posti letto di Cure Subacute e 6 posti letto riabilitativi chiusi temporaneamente.

g.biagi

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