Cronaca

Provincia: affitti per 1,3 milioni al fondo Eridano Viola: 'Siamo in un loop'

Ufficio scolastico provinciale:200mila euro per l'affitto di un anno. A destra, uno degli uffici nuovi e mai utilizzati nell'ex convento di S.Monica

La Provincia di Cremona sborserà quest’anno 1 milione e 300mila euro al fondo Eridano per pagare gli affitti degli immobili di sua proprietà trasferiti al fondo stesso nel 2012 ed ancora utilizzati per fini propri o di altre istituzioni. E’ il caso dell’imponente, malandato e mezzo vuoto edificio dell’ufficio scolastico provinciale, ex provveditorato, che da solo impegna poco meno di 200mila euro. Il personale – come per le scuole superiori – è alle dipendenze dello Stato, ma l’immobile lo deve garantire la Provincia. 532mila euro di affitto richiede il palazzo istituzionale di corso Vittorio Emanuele (palazzo Tinti Pallavicino), che è anche sede della Prefettura; 105mila per quello di via Bellarocca e 164.200 per via Belfuso (uffici manutenzione strade ed altro); cifre meno consistenti assorbono gli uffici di corso Vittorio Emanuele 28 (27mila euro) e quello di Casalmaggiore, via Cairoli (45mila).

Nell’ultimo anno, la Provincia ha notevolmente ridotto la spesa per affitti pagati a terzi (vedi lo svuotamento degli uffici Agricoltura, ambiente e Lavoro di via Dante), ma continua a pagare affitti per immobili che fino a 5 anni fa poteva utilizzare liberamente. “Non posso dire cosa avrei fatto io nel 2012”, ci spiega l’attuale presidente Davide Viola, a proposito della scelta di conferire gli immobili a un fondo istituzionale, fatta da Massimiliano Salini, centrodestra. “Posso dire che oggi non lo farei, ma d’altra parte le condizioni sono molto diverse. Allora l’operazione poteva avere due significati: ottenere liquidità per consentire alla Provincia di soddisfare le necessità dell’epoca (il fondo anticipò circa 10milioni di euro in cambio degli immobili, denaro che però adesso l’ente sta rimborsando appunto sotto forma di affitti, ndr) e liberare risorse che altrimenti si sarebbero dovute impegnare per la manutenzione di quegli edifici ” (manutenzione che da allora spetta al Fondo). E al di là di questi vantaggi, che però non sono gratis, cosa ne è venuto in tasca all’ente pubblico? Poco o nulla. La “valorizzazione” di quegli immobili, ossia il farli rendere, praticamente si è arenata sul fondale di un mercato asfitttico e nemmeno il gioiello di famiglia, l’ex monastero di santa Monica in parte già ristrutturato e disponibile per uffici, ha trovato acquirenti o affittuari: l’operazione tentata da Salini di recuperarlo a nuova sede della Provincia si è scontrata con la decisione di sopprimere l’ente, decisione ora nuovamente rimessa in discussione con la bocciatura del referendum.

davide viola - dentro
Davide Viola

“Qualche manutenzione importante è stata fatta da parte del gestore”, continua Viola, “ad esempio sulle coperture dell’immobile di corso Vittorio Emanuele; mentre per quanto riguarda l’ex provveditorato è vero che l’immobile così com’è è sproporzionato, ma nonostante sia al centro delle attenzioni, non ci sono ancora le condizioni per un trasferimento degli uffici scolastici e degli archivi”. Sistemarli  in una sede più piccola? Il problema è che le Province vivono pure nell’incertezza delle loro prossime funzioni, visto che queste continuano a modificarsi.

Riprendere la piena proprietà degli immobili, riscattandoli dal Fondo? Per il momento non se ne parla neanche. I soli costi di transazione notarile sarebbero considerati una spesa eccessiva per un ente che da due anni non riesce ad approvare il bilancio preventivo se non ad ottobre. E poi c’è la questione dei debiti che il Fondo ha in carico, quello appunto accumulato dalla Provincia quando venne fatto il conferimento. Un debito che oggi si aggira sugli 8 – 9 milioni. “Siamo in un loop, un circolo vizioso”, commenta Viola, presidente – volontario come tutti i suoi colleghi nel dopo riforma Delrio, “risorse pubbliche scarse e mercato fermo”. Il fondo immobiliare (a cui il Comune di Cremona, nel 2012 dello stesso colore politico della Provincia, non ha mai voluto aderire) rimane una strada senza uscita.

g.biagi

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