Il mistero delle mura sullo spiaggione: ipotesi dighe e pennelli di Capra
E’ stato un continuo via vai di curiosi sullo spiaggione poco prima della Capannina per vedere le straordinarie mura lasciate dal fiume Po in questa sua secca invernale (leggi qui: Dagli spiaggioni del Po emergono i resti di un’antica muraglia).
Nei primi giorni della prossima settimana toccherà agli archeologi effettuare i rilievi e probabilmente potremo avere i primi responsi su ciò che quelle costruzioni potevano rappresentare per la Cremona di un tempo. Le ipotesi che stanno circolando in questi giorni – in verità alcune frutto di eccesso di fantasia – vanno dalla torre di avvistamento, a un vecchio ponte, da un forte militare, al cascinale di golena. Da un’analisi delle mura pare ormai appurato trattarsi di mattoni antichi, probabilmente riutilizzati (più alti di spessore di quelli in uso nel Sei-Settecento) legati da una malta che invece sembra proprio quella in uso intorno alla metà del Seicento.
Cosa poteva esserci dunque, in quella zona di fiume comunque all’epoca già sponda cremonese? In queste ore gli studiosi – probabilmente influenzati dalla bella mostra su Jannello Torriani – stanno confrontandosi con una ipotesi estremamente affascinante ma ancora tutta da dimostrare: che si tratti di lavori di contenimento del fiume e di riutilizzo a scopo militare delle acque (per difesa, ovviamente) realizzati da Alessandro Capra, ingegnere militare al servizio degli spagnoli anche a Milano. Tra l’altro il Capra tra il 1647 e il 1648 si adoperò alla difesa della sua città anche durante la guerra dei Trent’anni che vide Cremona posta in stato d’assedio. Nella sua città Capra potè esercitare i suoi talenti in diversi campi tra cui la costruzione di mulini a trazione e dighe per dirigere le acque secondo esigenze strategiche. L’andamento orizzontale delle costruzioni emerse in questi giorni potrebbe proprio far pensare quest’ultimo utilizzo.