Ambiente

Fanghi in agricoltura, i Comuni possono imporre regole più restrittive

Si è parlato di fanghi sparsi in agricoltura oggi a palazzo Cattaneo nella giornata organizzata dall’associazione Andiamo Oltre e con la partecipazione dell’esperto ambientale R.Michele Cenci, Iolanda Nanni e Danilo Toninelli (rappresentanti M5S in Regione e in Parlamento) molto chiari nell’aver espresso le criticità dell’attività in questione. Una pratica ben conosciuta dagli agricoltori cremonesi e da chi vive al limitare delle campagne, meno a chi vive in città. Eppure la provincia cremonese è tra le quattro della bassa Lombardia (insieme a Pavia, Lodi e Mantova) che da più lungo tempo e per maggiori estensioni ospitano questa pratica agronomica che equivale anche a smaltimento dei residui derivanti dalla depurazione delle acque, civili e industriali.
“In Italia – afferma Luca Penzani, dell’associazione Andiamo Oltre, a conclusione della giornata di studi –  si producono 2 milioni di tonnellate di fanghi e quasi la metà, 800mila, vengono prodotte in Lombardia di cui 130mila prodotte solo nella nostra Provincia. Senza considerare che più del 50% dei fanghi che smaltiamo in Regione provengono da tutta Italia.?Le province di Pavia Lodi Cremona e Mantova sono quelle più direttamente colpite dal fenomeno dello spandimento fanghi.?Le istituzioni hanno la colpa grave di non conoscere a fondo quelli che possono essere i rischi per la salute dei cittadini e dell’ambiente. La scarsa conoscenza ha fatto sì che al termine fanghi si corrispondesse il classico concimante, nutriente per i terreni agricoli. Non ci siamo mai domandati se potessero avere sostanze tossiche in grado di compromettere la qualità e la fertilità dei nostri suoli fino a un livello di compromissione irreversibile. ?I fanghi, secondo la legge vigente 99 e considera parametri di misurazione della tossicità dei fanghi legati soltanto alla presenza di metalli pesanti in quantità comunque troppo elevate, senza considerare tutte le altre componenti chimiche, comprese le diossine. ?I comuni dal canto loro hanno però strumenti giuridici per arginare il fenomeno di spandimento fanghi. La legge prevede che i fanghi non possano essere distribuiti oltre i 100 metri dalle abitazioni. I comuni possono però estenderla con una variante al PGT fino a 500 metri, ed è una sentenza del Consiglio di Stato che dà loro ragione. Non possono vietarne l’attività ma hanno potestà programmatoria e con essa stabilire dei requisiti a tutela della salute dei cittadini”.

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