Cronaca

Camionista morto in A21 Guidava da 3 giorni. Per azienda chiesto il giudizio

Il cronotachigrafo del mezzo coinvolto nell'incidente in A21 era truccato. Aumento esponenziale delle violazioni sui tempi di guida e di riposo: 1.065 i casi scoperti dalla stradale, a fronte dei 771 del 2015. Da 70 contestazioni elevate nel 2015 si è arrivati a 160 nel 2016.

Il comandante della stradale Deledda con gli uomini del distaccamento di Pizzighettone

La procura di Cremona, nel persona del pm Francesco Ignazio Abbadessa, ha chiesto il rinvio a giudizio del legale rappresentante di un’azienda di trasporti e logistica di Sarzana e dell’azienda stessa, con l’accusa di concorso in omicidio colposo plurimo per la morte di Alfredo Fioravanti, 50enne di Avenza, in provincia di Massa Carrara, camionista, dipendente della ditta, e di altre due persone rimaste vittime di un pauroso incidente stradale accaduto il 22 luglio del 2015 in A21 a poche centinaia di metri dal casello di Cremona in direzione Brescia. A causare il tamponamento era stato proprio il camionista, forse tradito da un colpo di sonno dopo che aveva guidato senza riposo per tre giorni consecutivi. Il cronotachigrafo del mezzo, manomesso, aveva distorto i dati sulle ore di guida e di fermo obbligatorio dell’autotrasportatore, che quel giorno era piombato addosso ad altri mezzi fermi per un rallentamento a causa di un cantiere. A morire era stato lo stesso camionista e altre due donne, Michela D’Annunzio, 36 anni maestra di Leno, e Maria Grazia Tomasini, 42 anni, che viaggiavano come passeggere su una delle auto tamponate.

Alla ditta di Sarzana, ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001, si contesta di aver violato l’obbligo di tutela del lavoratore. “Una svolta dal punto di vista legislativo”, per il comandante della polizia stradale Federica Deledda, che in prima persona aveva seguito le indagini sul mortale in A21, ricostruendo per filo e per segno, grazie ai percorsi, alle celle telefoniche, ai transiti autostradali e alle bolle di consegna nelle aziende, i tre giorni non-stop del conducente del mezzo di Sarzana prima dell’incidente. “Speriamo”, ha sottolineato il comandante, “che si apra la via per essere ancora più incisivi non soltanto sui singoli, ma anche sulle aziende, perché si comprenda che la gravità del non darsi una organizzazione e un’attività di controllo interna è gravissimo e porta il datore di lavoro a condividere appieno le responsabilità del conducente su strada. Importante, sicuramente è anche tutelare la sicurezza degli stessi autotrasportatori e degli altri conducenti e salvaguardare quelle aziende che al contrario lavorano in maniera onesta e trasparente a fronte di una concorrenza profondamente sleale”.

Impressionano, a proposito di cronotachigrafi truccati, i dati forniti dalla stradale sulle sempre più sofisticate alterazioni di questi apparecchi. Da 70 contestazioni elevate nel 2015 si è arrivati a 160 nel 2016, con un aumento del + 138%. Un “incremento pauroso”, come lo ha definito il comandante, che ha illustrato i risultati dei 5.560 controlli della stradale effettuati nel 2016 in provincia sui veicoli commerciali (nel 2015 i controlli erano stati 6.127). Nell’anno in corso, i tempi di guida e di riposo non sono stati rispettati in 1.065 casi, prevalentemente su mezzi italiani, a fronte dei 771 del 2015. Un vero e proprio flagello, che, come ha ribadito il comandante, “oltre a mettere seriamente a rischio la sicurezza stradale, crea una forte alterazione nel regime di concorrenza”. “Il settore dell’autotrasporto”, ha continuato il comandante Deledda, “necessita dunque di grande attenzione, di un impegno costante e di una professionalità altissima”.

Esemplare, in questo senso, è stato definito in particolare il lavoro dei tre agenti del distaccamento della stradale di Pizzighettone che a tutti gli effetti compongono un nucleo specializzato per scovare queste apparecchiature mortali, sempre più all’avanguardia. Agenti che negli anni hanno affinato tecniche sia tecnologiche che meccaniche per rilevare la posizione delle calamite, o la manipolazione e le modifiche dei circuiti, spesso sapientemente installati grazie alla complicità di alcune officine, arrivando a scoprire alterazioni davvero difficili da trovare. Agenti, quelli di Pizzighettone, arrivati ad un tale livello di professionalità che sono chiamati a fare formazione ad altri colleghi di tutta la Lombardia.

Le 160 persone multate per aver alterato il cronotachigrafo sono state anche denunciate per aver violato l’articolo 437 del codice penale: rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. “Una recentissima sentenza della Cassazione”, ha spiegato il comandante, “ha finalmente fugato alcuni dubbi rispetto alla possibilità di concretizzare, in capo al soggetto, entrambe le contestazioni, sostenendo che i benmi giuridici tutelati sono differenti, perchè da una parte si va a tutelare la sicurezza stradale e dall’altra la sicurezza sul lavoro”.

Nel corso dei controlli effettuati nel 2016, gli agenti della stradale hanno contestato altre violazioni. Ad esempio, quelle relative ai sovraccarichi: 510 nel 2016, un 15% in più rispetto al 2015. Dati preoccupanti anche per quel che riguarda l’uso del telefono alla guida (115 casi nel 2015 a fronte dei 186 del 2016) e del mancato uso delle cinture di sicurezza (228 nel 2015 contro i 287 casi del 2016). In crescita anche i casi di autotrasportatori abusivi (16 nel 2015 contro i 18 di quest’anno).

Sara Pizzorni

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