Cronaca

Centro commerciale aperto a S.Stefano: la folla gradisce, polemica soft dal sindacato

Nonostante le polemiche sul mancato rispetto delle festività, anche quelle più tradizionali come santo Stefano, l’apertura straordinaria del CremonaPo ha collezionato un boom di visitatori e probabilmente il record di presenze dal giorno dell’apertura, nel 2006. Unico centro commerciale a tenere aperto nei dintorni di Cremona, e per questo preso d’assalto da migliaia di visitatori, come conferma il direttore Angelo Ferri: “E’ stata la giornata con il più alto afflusso in assoluto di tutto l’anno, quindi anche del periodo prenatalizio ed una delle migliori in tutta la storia del centro. E in più abbiamo riscontrato che molte persone provenivano dalle province limitrofe, non erano frequentatori abituali, il che rappresenta per noi un importante ampliamento del bacino di riferimento”.

Lo scorso anno il centro alle porte di Cremona aveva sperimentato l’apertura delle due medie superfici di vendita al piano superiore, di fianco al cinema e ai ristoranti, che sono sempre aperti nei festivi.  Quest’anno la direzione ha voluto ampliare l’esperimento (voci non ufficiali parlano di un calo delle vendite nel periodo precedente) anche al piano inferiore e il risultato ha premiato. Anche se le polemiche fioccano e ne è testimone la pagina facebook Non sei cremonese se… dove pullulano i commenti negativi sul fatto che la gente abbia pensato allo shopping persino nel giorno successivo al Natale, preferendo una galleria commerciale alla famiglia.

Freddo il sindacato, che però sembra non poter fare più di tanto per modificare il trend. “Ai lavoratori avevamo evidenziato che il lavoro nei giorni festivi è sempre su base volontaria, nessuno li può obbligare”, dice Mario Santini –  segretario della Filcams Cgil. “Il contratto di lavoro parla chiaro, ma è altrettanto evidente che le festività sono meglio retribuite e molti fanno i conti con quello. La posizione del sindacato a livello nazionale è che dovrebbe esserci un limite alle aperture nei giorni festivi fissato per legge, c’è anche una proposta depositata in parlamento da qualche tempo, che però guarda caso non viene mai discussa. Prevede di fissare sei giorni all’anno di chiusura inderogabile, a livello nazionale, in altrettante festività, con altre sei giornate da decidersi a livello regionale. E come Cgil abbiamo anche lanciato la campagna ‘La festa non si vende’”. Ma il pubblico sembra apprezzare il modello del centro commerciale sempre aperto.

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