Piscine senza pace. Festa di maggio? 'Solo' una riunione del personale
Non è giunta ad una pacificazione degli opposti, la commissione vigilanza convocata martedì pomeriggio da Marcello Ventura sul tema delle piscine. Da un lato sindaco Galimberti, assessore Platé, segretario generale Criscuolo, a spiegare (ancora una volta, dopo le risposte a svariate interrogazioni) le ragioni di voler voltare pagina rispetto alla gestione Fin; dall’altro i rappresentanti della federazione italiana nuoto, con il presidente regionale Danilo Vucenovich e i rappresentanti delle società natatorie cittadine, in particolare Marco Montagni, consigliere nuoto della Baldesio, che ha parlato anche a nome di colleghi di Flora e Bissolati. Il dibattito si è sviluppato con gli attacchi e le accuse di scarsa trasparenza nella procedura seguita dal Comune (Maria Vittoria Ceraso) ossia la sollecitazione di manifestazioni d’interesse, alla quale hanno partecipato 5 società anche se solo una, Sport Management, ha acquisito tutti i documenti necessari per predisporre il progetto. Quello che poi è stato adottato dalla giunta Galimberti a luglio, diventando la base per la successiva gara pubblica che dovrebbe essere pubblicata a gennaio. Secondo le opposizioni non ci sarebbe stata pari opportunità per tutti i potenziali interessati. Da notare che se la gara dovesse decretare un altro vincitore rispetto a chi ha presentato la proposta, a quest’ultima sarebbe comunque dovuto il costo della progettazione, circa 40mila euro.
A sostenere le ragioni di un cambio di rotta nella gestione degli impianti – su cui più volte negli anni hanno espresso lamentale le società di nuoto – Filippo Bonali, consigliere di Sinistra per Cremona. Da parte sua, quesiti tecnici sulle possibilità di migliorare il bando con clausole più favorevoli al Comune e alle società di nuoto locali e sull’effettiva possibilità, per venire incontro alle richieste delle canottieri, di escludere dal bando società che svolgano già per proprio conto attività agonistiche di nuoto. Scogli difficili o impossibili da superare – ha risposto il segretario Criscuolo – come anche la clausola di esclusione per le ditte che abbiano contenziosi in atto con pubbliche amministrazioni (Sport management ne ha diversi): ma la legislazione non le esclude a priori. Un ricorso sarebbe inevitabile.
La questione piscina tiene banco da sei mesi abbondanti e divide le forze politiche (anche se ieri non erano presenti i consiglieri Pd più combattivi sul tema, come Burgazzi, Poli, Schifano) eppure soltanto due consiglieri hanno in questo periodo di tempo voluto approfondire di persona gli atti, chiedendo l’accesso agli uffici: lo stesso Bonali e Andrea Sozzi di Obiettivo Cremona oltre a Montagni, diretto interessato.
Una commissione ingarbugliata, durata 4 ore, da cui Ventura trae una conclusione: “L’amministrazione ha già deciso di dare la gestione a Sport Management. Ho chiesto all’assessore Platé come valuti la possibilità di affidarla invece alle società cremonesi, con la Fin regionale che svolga solo una funzione di supporto. Mi è stato risposto che tecnicamente non è possibile e che serve un soggetto che si sobbarchi gli investimenti migliorativi. Ma questo non risponde alla mia domanda e cioè come l’amministrazione valuti i pericoli dell’arrivo di una società di sport agonistico concorrente alle nostre”. Gli esempi ci sarebbero e pure abbondanti e vicini a noi, di depauperamento delle società locali, sia in termini di atleti che di risultati agonistici, in seguito all’arrivo di Sport Management.
Si è parlato anche della famosa ‘festa in piscina’ del maggio scorso, quella resa nota a luglio dalla consigliera M5S Lanfredi: secondo il presidente regionale Vucenovich, un semplice raduno del personale nel parco circostante, secondo altri, una festa di matrimonio, come dimostra la presenza – ha detto Bonali – di due persone in abiti indiscutibilmente da cerimonia. Un episodio che di per sé non avrebbe causato interruzione di servizio, ma che spiega l’estrema libertà di cui ha goduto la Fin nei numerosi anni di gestione dell’impianto cremonese, libertà che il Comune ora vuole limitare, anche in considerazione della difficoltà che ha avuto nell’ottenere i rendiconti della gestione economica.
Insoddisfatti i rappresentanti delle società natatorie e sempre più probabile il concretizzarsi di un’idea che circola da tempo: dotare una delle piscine olimpioniche presenti nei club rivieraschi di una copertura invernale con riscaldamento. Una spesa non improponibile, che consentirebbe agli atleti del nuoto di allenarsi senza contrattare nulla con la piscina comunale e con chi arrivera a gestirla.
g.biagi