La festa di Natale senza Gesù fa discutere dal pulpito e in politica
Vuole tenere bassi i toni, mons. Alberto Franzini, parroco della Cattedrale che ieri alla Messa delle 11 al termine dell’omelia, ha fatto un breve accenno alla scelta della preside di Pontevico di togliere dalla scaletta dei canti di Natale il Merry Christmas con la citazione diretta di Gesù. “Non vorrei proprio ingigantire il caso – ci spiega mons. Franzini – la mia è stata una battuta al termine dell’omelia. Natale è dono di Dio, ho detto, ma qualcuno sembra aver preso la decisione di evitare di ricordarlo. Ma scusate, che Natale è senza Gesù?”. In pratica: che senso ha festeggiare Natale omettendo di ricordare che è la festa per la nascita di Cristo?
Di certo, episodi come quello di Pontevico si succedono sempre più spesso nell’attualità interreligiosa e sempre più laica di questo inizio di millennio. Cinque o sei anni fa era stata la scelta di una scuola cittadina di cambiare denominazione alla festa di Natale, chiamandola Festa delle Luci, a suscitare scandalo. Da allora, la tendenza a mettere in ombra il significato religioso della festa più cristiana che ci sia, è andata espandendosi. La politica, c’era da aspettarselo – ci sguazza a piene mani. Lo fa il leader del Carroccio Matteo Salvini, che sulla vicenda di Pontevico commenta su Facebook: “Pontevico. Per scelta della dirigente scolastica Paola Bellini quest’anno non ci sarà una Festa di Natale ma una ‘festa per la pace’, senza Gesù Bambino nei canti, per ‘una questione di rispetto’ per gli studenti stranieri. Siamo alla follia! Genitori, su la testa! P.s. Chissà se questi “educatori” rinunceranno alle ferie di Natale”.