Pm10, quasi 60 superamenti in città nel 2016 Legambiente scrive ai sindaci
L’emergenza smog che insiste da giorni su gran parte della Lombardia, Cremona compresa, ha spinto Legambiente a scrivere ai sindaci. “Dicembre si conferma anche quest’anno il mese peggiore per i polmoni dei cittadini, complici le condizioni atmosferiche che hanno favorito un ristagno delle polveri sottili”, si legge in un comunicato stampa dell’associazione. “Dall’inizio dell’anno Milano e Mantova hanno superato i limiti per oltre 60 giorni, quasi il doppio di quelli previsti nella direttiva europea, con concentrazioni medie annuali di PM10 tra i 30 e i 35 microgrammi per metro cubo. Questo significa che l’aria è malsana per gran parte dell’anno. Appare, dunque, davvero incredibile che i comuni non agiscano tempestivamente per applicare misure per arginare un’emergenza che ormai è diventata una costante”, si legge ancora. A Cremona i superamenti sono quasi 60 dall’inizio del 2016, come mostra la tabella di Legambiente.
Sebbene ancora molte stazioni della rete di monitoraggio della qualità dell’aria di ARPA Lombardia abbiano rilevato anche ieri valori di PM10 superiori ai 50 microgrammi per metro cubo, nella parte meridionale della regione è stata registrata una diminuzione delle concentrazioni. Nelle province di Cremona, Lodi, Mantova e Pavia le concentrazioni medie provinciali di PM10 sono, infatti, risultate inferiori alla prima soglia di attivazione del “Protocollo per l’attuazione di misure temporanee per il miglioramento della qualità dell’aria”, che permane invece in provincia di Brescia, con 14 giorni consecutivi di superamento, nelle province di Bergamo, Milano, Monza dove i giorni sono saliti a 11, e in quelle di Como, Lecco e Varese con 2 giorni consecutivi di superamento.
Queste le concentrazioni di PM10 più alte rilevate dalle stazioni situate nei capoluoghi lombardi:
BG 72
BS 67
CO 93
CR 51
LC 75
LO 54
MI 87
MB 92
MN 39
PV 60
SO 34
VA 57
Legambiente ha deciso di scrivere agli oltre 1500 comuni lombardi per sollecitare l’adesione al Protocollo di collaborazione per l’attuazione di misure temporanee per il miglioramento della qualità dell’aria e il contrasto all’inquinamento locale siglato da Regione Lombardia, Anci Lombardia e la Città Metropolitana di Milano, a cui hanno aderito solo alcuni Comuni lombardi. Cremona è l’unico Comune della provincia cremonese tra gli aderenti: “Non ci spieghiamo come sia possibile che, di fronte all’opportunità di dare una risposta unitaria e immediata a protezione della salute dei cittadini, il Protocollo sia stato sottoscritto da poco più di 40 Comuni – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Leggiamo in questa scelta una sottovalutazione dei gravi effetti che l’inquinamento da polveri sottili è in grado di causare e che, invece, dovrebbe spingere le istituzioni pubbliche a fare tutto quanto in loro potere per limitare i danni. Ci saremmo aspettati più coraggio da parte di Regione Lombardia per rendere obbligatorio il pacchetto di misure, invece che affidare l’intervento per contrastare l’inquinamento all’adesione volontaria da parte delle amministrazioni locali”.
“Il protocollo – si legge ancora nel comunicato stampa di Legambiente – è uno strumento ancora parziale se si considera che le azioni scattano solo dopo diversi giorni in cui i cittadini sono esposti alle pericolose esalazioni, ma al momento rappresenta un punto di partenza per un’azione condivisa. Per rendere efficaci le misure d’intervento, è imprescindibile che il Protocollo sia adottato in maniera capillare e non a macchia di leopardo sul territorio lombardo, come se non ci fosse soluzione di continuità nell’aria tra comune e comune. Legambiente ha quindi scritto ai Comuni per chiedere di andare oltre la sottoscrizione delle direttive, invitando i propri cittadini a mettere in atto comportamenti responsabili, riducendo il più possibile l’uso dell’automobile, abbassando di un grado la temperatura del riscaldamento domestico ed evitando l’accensione di stufe e caminetti non in linea con le disposizioni in essere”.
“Non bastano i bandi sull’efficienza energetica degli edifici pubblici e per i filtri antiparticolato messi in campo da Regione. L’azione strutturale su cui la Lombardia deve puntare per combattere lo smog è l’offerta di un trasporto pubblico efficiente e confortevole: proprio quello che oggi manca e che spinge migliaia di lavoratori a muoversi con l’auto, responsabile da sola del 50% delle emissioni dovute alla mobilità”, conclude Barbara Meggetto.