Cronaca

Scontri al corteo: l'appello conferma la devastazione per tre dei quattro imputati

I quattro imputati

Confermata dai giudici della corte d’appello Enrico Fischetti, Silvia Cavallari e Francesco Nappo l’accusa di devastazione per tre dei quattro imputati arrestati nella prima tranche dell’inchiesta sugli scontri al corteo antifascista del 24 gennaio 2015, ma le condanne sono state ridotte rispetto ai quattro anni del primo grado. Tre anni e otto mesi sono stati inflitti a Mattia Croce, 21 anni, cremonese, frequentatore del Kavarna, ad Aioub Babassi, 21 anni, bresciano, e a Matteo Pascariello, 24 anni, bolognese residente a Lecce. Per Mauro Renica, 31 anni, bresciano appartenente al centro sociale Magazzino 47, che aveva lanciato un bengala contro la polizia, il reato è stato riqualificato in resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Per lui condanna a 2 anni, un mese e 10 giorni di reclusione.

Fuori da palazzo di giustizia, ad attendere la sentenza, un gruppo composto da una quarantina di appartenenti ai centri sociali cremonesi munito di striscioni. A vigilare i manifestanti, gli uomini della Digos.

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Confermati, tranne che per Renica, i risarcimenti alle parti civili, Comune di Cremona in primis (rappresentato dall’avvocato Cesare Gualazzini) con una provvisionale di 200.000 euro.

Il procuratore generale Silvio Bonfigli aveva chiesto la conferma delle condanne emesse in primo grado dal gup Pierpaolo Beluzzi che, al termine del processo con il rito abbreviato, aveva condannato tutti e quattro gli imputati a 4 anni ciascuno per devastazione. “L’impianto accusatorio”, ha commentato il procuratore generale, che nella sua requisitoria aveva posto l’accento sulla gravità del fatto e sullo stato di insicurezza che l’evento aveva provocato nella popolazione, “ha retto”.

La motivazione sarà depositata entro 60 giorni.

I quattro imputati erano difesi dagli avvocati Michele Coccia, Giovanna Mainetti, Francesco Calabro e Marilena Gigliotti, quest’ultima in difesa del cremonese Croce. L’avvocato Gigliotti, nella sua arringa, rifacendosi anche all’ordinanza del gip Guido Salvini, ha rimarcato la figura del suo assistito come un “soggetto particolarmente fragile, quasi in una condizione di dipendenza da coloro che agivano in prima linea e bisognoso di percorrere un periodo riabilitativo, tutt’ora in fase di svolgimento”.

Gli avvocati Gigliotti e Mainetti
Gli avvocati Gigliotti e Mainetti

 

Una sentenza, quella di devastazione, non riconosciuta invece dal gup di Cremona Christian Colombo che il 14 luglio scorso aveva emesso sentenza nei confronti del secondo gruppo di arrestati, quello composto dal cremonese Filippo Esposti, 27 anni, informatico militante del centro sociale Dordoni e già imputato per la rissa di via Mantova con esponenti di CasaPound, Giovanni Marco Codraro, siciliano 23enne attivo nei collettivi universitari, e il bresciano Samuele Tonin, 26 anni. Esposti era stato assolto, mentre Codraro e Tonin condannati a 9 mesi e 26 giorni il primo, e 10 mesi e tre giorni il secondo, per i reati più lievi di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.

Contro la sentenza del gup Colombo, la procura di Cremona, nelle persone dei due pm Laura Patelli e Lisa Saccaro, ha già depositato ricorso in appello.

Sara Pizzorni

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