Cronaca

Cimitero senza presepe, un caso nazionale Ass. regionale: 'Ripensarci'

AGGIORNAMENTO - Sulla questione interviene duramente l'assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia, Cristina Cappellini.

Niente presepe quest’anno al cimitero di Cremona, realizzato fino allo scorso anno sotto due pini all’ingresso del camposanto. Il cappellano don Sante Braggié –  a cui il Comune aveva chiesto di proseguire nell’usanza, avviata dall’amministrazione Perri –  ha addotto motivi pratici (poco personale), ma anche di tipo politico, ossia la presenza al cimitero del campo riservato ai non cristiani, musulmani in particolare. Tanto è bastato per far convergere sul caso cremonese l’attenzione di molti media nazionali che oggi si stanno occupando del caso. La politica locale interviene chiamando in causa anche il sindaco, nonostante proprio dall’assessore Rosita Viola fosse partita la sollecitazione al cappellano di continuare la tradizione. Il presepe è comunque allestito all’interno della cappella del cimitero.

Nel merito, interviene con una nota Stefano Foggetti, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia: “Fino ad oggi dovevamo subire le voglie di protagonismo e l’errata interpretazione di integrazione di alcuni presidi nelle scuole italiane su questo argomento, ma mai ci saremmo aspettati che fosse messa in dubbio la liceità della Natività in un Campo Santo.
A maggior ragione in un momento di crisi valoriale europea come quella che stiamo vivendo, coltivare le nostre Tradizioni, riscoprirle fino in fondo, sono il miglior antidoto al declino della nostra Civiltà. Se dovessimo seguire questo “metodo di integrazione” cosa dovremmo fare? Smettere di vendere carne di maiale nei supermercati per non offendere qualcuno?
Vogliamo diventare un Paese come la Francia? Dove ormai in alcuni centri commerciali è vietato allestire non il Presepe, ma addirittura l’albero di Natale per non offendere chi non è di religione Cristiana? Come FdI ci aspettiamo un forte sostegno da questa amministrazione al mantenimento della Tradizione. Da un Sindaco che ha fatto della sua appartenenza al mondo cattolico un tratto di distinguo in campagna elettorale un impegno in tal senso ancora maggiore. Ben più che fare volantinaggio ai pendolari la mattina.
E a Don Braggiè chiediamo di ripensare alla sua decisione. Di recuperare le statue che sono a disposizione e di rimetterle dove da anni in questo periodo hanno sempre stazionato”.

“Spero che la scelta di non fare il presepe al cimitero non sia una scelta ideologica – scrive invece sulla sua pagina facebook Pietro Burgazzi, segretario cittadino Lega Nord –  ma sentendo le critiche sembra proprio di si. Vorrei sottolineare l’importanza del presepe come rappresentanza religiosa cristiana che da anni viene apprezzata dei cittadini cremonesi. Vorrei che l’amministrazione si pronunciasse in merito con spiegazioni plausibili in merito”.

AGGIORNAMENTO –  Sulla questione interviene duramente l’assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia, Cristina Cappellini: “Ho appreso dai giornali, con grande rammarico, della polemica scoppiata a Cremona a seguito della decisione, spero non definitiva, del parroco locale don Sante Braggiè di non allestire quest’anno il presepe nel cimitero cittadino. Mi auguro che ci ripensi e che si scusi con la comunità perché il motivo non può essere la mancanza di rispetto che il presepe comporterebbe verso i fedeli di altre religioni e gli atei”.

“Anzi, ritengo gravissimo – ha continuato l’assessore – che a pensare e a pronunciare simili parole sia un parroco che, prima di tutti, dovrebbe preservare, omaggiare e valorizzare i simboli della nostra cultura, della nostra tradizione, della nostra identità cristiana”. “Mi sento di chiedere a don Braggiè – ha continuato – di riflettere una volta di più sull’offesa che egli stesso ha invece rivolto con il suo atteggiamento al presepe (come può un parroco anche solo pensare che la Natività possa dare fastidio a qualcuno?) e a tutta la comunità cristiana, cremonese e non solo”.  “Credo – ha sottolineato ancora l’assessore Cappellini – che si possa sentire più offeso un cristiano da simili parole che un musulmano, un indiano o un ateo dalla presenza di un presepe in un cimitero cittadino che, é bene ricordare, é un cimitero cristiano”.

“Per questo dico: si ripensi, Don Sante, e faccia mea culpa, – prosegue il duro commento dell’assessore – per il rispetto e l’amore che deve ai nostri simboli e a tutti i cristiani che nel mondo sono attualmente perseguitati per la propria fede”. “Lo faccia – continua – pensando a tutti quei bambini cristiani ancora sotto il giogo dello Stato Islamico o sotto regimi che praticano l’ateismo di Stato o che non garantiscono la libertà di culto. Lo faccia pensando a quelle famiglie e a quei bambini a cui non é permesso fare il presepe, e neppure il segno della Croce, a quelle persone che andando a Messa non sanno se poi ritorneranno vive alle proprie case, a quelle persone per cui portare un crocifisso al collo significa firmare la propria condanna a morte, spesso dopo soprusi e torture di ogni tipo. Lo faccia pensando ai cimiteri cristiani che vengono profanati in Medio Oriente, come accaduto solo alcuni giorni fa in Galilea, a causa di un’intolleranza religiosa che ci annienta nel nostro essere uomini se ci mostriamo deboli e sudditi verso chi rifiuta la nostra civiltà. Non é una questione di rispetto per l’altro, don Sante, non facciamo a gara nell’essere ‘più realisti del re'”.

“É una questione di rispetto per noi stessi, per la nostra identità, – ha rimarcato l’esponente lombardo – per una civiltà cristiana di cui dovremmo andare fieri e che invece, anche attraverso questi gesti, sta perdendo la propria anima e non potrà avere un futuro solido e radioso se sarà sempre di più assoggettata a forme di sudditanza che nulla hanno a che vedere con l’integrazione”.

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