Tamoil, ritardi su bonifiche Presto nuovo progetto per rafforzare barriera idraulica
A cinque anni dall’accordo del 2011 sul futuro della raffineria Tamoil, non sono partite né la bonifica interna né quella esterna del sito petriolifero. Inoltre la barriera idraulica, realizzata nel 2007 all’interno del sito Tamoil, volta ad impedire o comunque trattenere lo sversamento del materiale inquinante nelle aree esterne alla raffneria – come confermano i periti incaricati dai radicali cremonesi, che hanno seguito tutte le fase dei processi – non svolge a pieno la sua funzione. Come se non bastasse, a distanza di dieci anni si suppone che il trascinamento dell’inquinamento sotterraneo non si sia arrestato.
Per questo, nell’ambito dell’osservatorio Tamoil convocato per il 16 dicembre, l’azienda petrolifera presenterà il nuovo progetto di rafforzamento della barriera idraulica rispetto alla cui realizzazione la conferenza dei servizi di metà novembre ha già concesso il via libera. ?Prosegue nel frattempo la Miso (messa in sicurezza operativa delle aree esterne), grazie a otto pozzi che hanno il compito di estrarre vapori, gas e acque inquinate.
Per quanto riguarda il futuro del sito, una volta smantellati gli impianti – che ricordiamo dovranno essere smontati entro il 31 dicembre del 2017 – dal Comune confermano che non verrà realizzata la fabbrica per il recupero di materiali plastici, alla quale si era pensato nel recente passato. Tutto fermo anche per quanto riguarda l’ipotesi della spianata di cemento per la sosta degli automezzi. Insomma sul tema della reindustralizzazione dell’area nessuno ha la più pallida idea di cosa potrebbe sorgere in questo sito dopo la completa dismissione della raffineria.
I radicali cremonesi, e anche il Comune, chiederanno a Tamoil di effettuare tutte le analisi e i controlli al fine di fare il punto della situazione, dopo anni dall’avvio degli interventi, e fotografare lo stato dell’arte dell’ambiente dentro e fuori la raffineria.
Simone Bacchetta