Per i 13 dipendenti dell'Ibis hotel la magra consolazione della buonuscita
Incentivo all’esodo con una buonuscita di 7, massimo 8 mensilità. Questo quanto sono riusciti a strappare i sindacati a tutela dei 13 lavoratori dell’Ibis Hotel, destinati a rimanere senza lavoro da qui a poche settimane quando l’albergo chiuderà i battenti. Oggi, l’incontro tra la proprietà, la Accor Hotels e i sindacalisti Mario Giuseppe Santini della Filcams Cgil, Marco Tencati della Uil Tucs e Angela Lazzaro, Fisascat Cisl. La proposta dovrà ora essere portata ai diretti interessati per essere accettata. Confermata l’impossibilità di una ricollocazione dei lavoratori (tra i 25 e i 62 anni) in altre sedi del gruppo francese, che gestisce molte delle sue strutture in franchising e per questo non ha margini discrezionali sul personale. Soluzioni alternative al licenziamento, come i contratti di solidarietà non sono state possibili – a detta dell’azienda – per le caratteristiche peculiari del lavoro in hotel che non danno la possibilità di una riduzione delle ore di lavoro del personale, soprattutto trattandosi di un contingente di sole 13 unità. Così, l’unico ammortizzatore sociali a disposizione dei lavoratori sarà l’Anaspi, indennità di disoccupazione di durata variabile da caso a caso. Per ora nessun risposta da parte di altri operatori alberghieri locali, nonostante l’impegno garantito la scorsa settimana dall’amministrazione comunale a trovare un ricollocamento per il personale.