Lettere

Referendum, commenti /1
Malvezzi: 'Ora coraggio
di proporre'

da Carlo Malvezzi - Consigliere regionale Popolari

Il clamoroso e nettissimo esito della consultazione referendaria che in un sola giornata ha affossato la riforma costituzionale e il governo del paese, mi hanno portato ad alcune considerazioni:

1. Il popolo italiano ha difeso le sue prerogative e la sua sovranità. Lo ha fatto esercitando con consapevolezza il diritto di voto e mandando un messaggio inequivocabile a tutta la classe politica. Chiunque in futuro intenderà ridurne gli spazi sarà punito.
2. Una pessima riforma non diventa mai buona, neppure se le si attribuisce un titolo fuorviante e la si abbina al volto di una giovane di belle speranze. La smania centralista e statalista, la riduzione di ampi spazi di autonomia, l’approccio demagogico e semplicistico a temi complessi, sono solo alcuni degli ingredienti di una legge costituzionale pasticciata. Giustamente il popolo l’ha bocciata.
3. Se il popolo chiede il pane, chi lo guida non può discettare di caviale e champagne. Per tre anni taluni gravissimi problemi che affliggono gli italiani sono rimasti sullo sfondo dell’azione del governo senza trovare risposte. L’immigrazione fuori controllo, una giustizia lenta e spesso inefficace per i cittadini e per le imprese, un fisco sempre più opprimente e onnivoro, la mastodontica struttura statale che perdura nel tempo. Non è stato sufficiente per Renzi crearsi una solida rete di relazioni con una certa imprenditoria salottiera e con tutti i grandi editori e banchieri del paese. Senza il consenso del popolo non si governa. Uno può avere la maggioranza nel parlamento, ma se non ce l’ha nel paese non va da nessuna parte.
4. La fermezza nella conduzione del governo non può essere confusa con l’arroganza e la prepotenza. La prima è utile al popolo se usata con equilibrio e rispetto di tutti, l’arroganza invece alimenta l’ego e crea distanze.
5. Per il centro destra è suonata la campanella. Spetta a noi decidere se si tratta del segnale dell’ultimo giro prima dell’irrilevanza, o se si tratta di una vera sveglia. Occorre tanta umiltà per ricominciare ad ascoltare ciò che la gente chiede e il coraggio e la responsabilità di predisporre una proposta di governo liberale e popolare, una proposta unitaria e alternativa alla sinistra in grado di risvegliare quelle speranze che si sono perse tra la rassegnazione e il pessimismo.
Il popolo ha parlato, il solco è tracciato, mettiamoci al lavoro.

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