Cronaca

Consulta stranieri: concorde l'opposizione, Lega polemica 'Si pensi prima agli italiani'

Uno spazio in più per gli stranieri residenti a Cremona, che possa favorire la partecipazione dei cittadini stranieri non comunitari ed apolidi alla vita della città e sarà composta da un minimo di 8 a un massimo di 20 membri eletti: questa in estrema sintesi sarà la Consulta degli Stranieri, di cui si è parlato nel pomeriggio di mercoledì durate un ufficio di presidenza congiunto con la commissione Welfare.

Uno spazio che non è stato accolto positivamente da tutti i gruppi consiliari. A contestare il progetto è stato soprattutto Alessandro Fanti (Lega), secondo cui “Una consulta dedicata agli stranieri mi sembra una misura eccessiva. A Cremona gli stranieri sono già ascoltati fin troppo, forse più dei cremonesi. Sono i cittadini ad avere più bisogno di attenzione ora” ha attaccato Fanti.

Un commento a cui ha prontamente replicato l’assessore Rosita Viola: “Sono stanca di sentirmi dire che ci occupiamo più degli stranieri che degli italiani. Come assessore comunale mi occupo di tutti i cittadini allo stesso modo. E’ chiaro che se la Lega mi pone sempre domande solo sugli stranieri io rispondo nel merito. Questo non significa che non si dia attenzione a tutti”. Del resto i numeri parlano chiaro: “A Cremona abbiamo il 14% circa della popolazione residente che è di nazionalità straniera non europea. Gli elettori della consulta sono circa 3.500”.

A sostegno della tesi di Viola anche il consigliere Bonali: “Questo strumento è utile a tutti, cremonesi compresi, perché offre agli stranirei uno strumento per integrarsi meglio nella comunità”. Gli stranieri che entrerebbero nella consulta, peraltro, come evidenzia il consigliere Pd Roberto Poli, “sono residenti a Cremona da anni e pagano le tasse. Dunque hanno tutto il diritto a una rappresentanza”.

Del resto anche buona parte della minoranza si è espressa a favore della Consulta. E’ il caso del gruppo di Obiettivo Cremona, il cui pensiero è stato condiviso anche dal resto dell’opposizione (Fasani e Giovetti). Luigi Amore ha ribadito che un organismo di questo tipo può essere positivo, purché si facciano “percorsi di sensibilizzazione affinché vi sia una reale partecipazione e un dialogo. Questa Consulta deve prima di tutto far dialogare tra loro i vari gruppi di stranieri, ma può anche essere uno strumento utile per l’amministrazione, che potrebbe utilizzarla per rimarcare i doveri che gli stranieri hanno. Essa potrebbe ad esempio essere coinvolta su varie problematiche, come quella della gestione della differenziata porta a porta”.

Andrea Sozzi ha sottolineato che “in un momento storico in cui il governo ci chiede di mandare i senatori a Roma gratis nel dopo lavoro due volte al mese a dirimere questioni internazionali, e nemmeno ce li fa votare perché dobbiamo risparmiare, a Cremona andiamo controcorrente e sosteniamo costi per far votare chi non ha diritto di voto. Ma io sono contro corrente e voto per la rappresentanza, che aumenta il dialogo e la comprensione reciproca tra italiani e stranieri e tra una comunità straniera e l’altra. Purché il meccanismo sia snello e davvero rappresentativo”.

Positivo anche il commento del consigliere Maria Vittoria Ceraso: “Siamo convinti che ogni forma di partecipazione e coinvolgimento alla vita politica della città sia un valore aggiunto affinché gli organi di governo assumano decisioni sempre più coerenti con le reali esigenze di coloro che risiedono regolarmente e lavorano nel nostro territorio” ha sottolineato. “In particolare la Consulta potrebbe essere un utile strumento di integrazione, volto a migliorare  i rapporti tra i residenti stranieri e gli autoctoni, sia nelle relazioni con le istituzioni locali che nella lotta più generale a tutte le forme di razzismo e discriminazione”.

L’importante, secondo il consigliere, è che questa operazione si traduca “nell’impegno ad un ascolto reale e fattivo e ad investire in percorsi di accompagnamento, formazione e reale coinvolgimento degli stranieri extracomunitari residenti nel nostro territorio. L’esperienza infatti di altre città nelle quali è stata istituita la Consulta ha evidenziato molte criticità dimostrando come uno strumento percepito di grande speranza per gli stranieri si sia poi trasformato in una speranza disattesa. Gli immigrati esprimono infatti disillusione verso strumenti che si rivelano onerosi da gestire e al contempo poco efficaci e complicati da meccanismi burocratici spesso difficili da comprendere”.

La preoccupazione del gruppo consiliare riguarda anche il fatto che “nel rinnovo dei quattro comitati di quartieri lo scorso settembre, questa Amministrazione non ha investito molto in concreto per garantire un coinvolgimento degli immigrati (ma anche dei cremonesi). In un quartiere come il Cambonino, dove i residenti stranieri sono moltissimi, nelle liste di candidati non risulta alcun candidato in rappresentanza delle suddette comunità; stessa cosa per il quartiere Boschetto mentre nei quartieri Borgo Loreto e San Felice l’unico candidato straniero ha preso in entrambi i comitati 6 voti”.

Polemico invece il consigliere Giorgio Everet (Forza Italia), secondo cui “Per certi argomenti una Consulta degli stanieri può essere cosa positiva, ma allora credo che allo stesso modo si dovrebbero coinvolgere anche i quartieri e i loro comitati”. Everet esprime inoltre perplessità sulla formulazione del nuovo organismo: “Non capisco perché vogliono fare una Onlus, a meno che non sia un sistema per fare arrivare a loro i soldi delle nostre tasse”.

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