Politica

Via Brescia, scontro tra liste civiche. Ceraso: 'Noi usciti prima per impegni politici'

Continua il dibattito politico sulla vicenda di via Brescia e sulla discussione che lunedì in Consiglio comunale ha acceso parecchio i toni, spostandosi sulle liste civiche. Dopo le polemiche di Fare Nuova la Città, che accusa la minoranza di non essere neppure rimasta in aula fino alla fine, ora risponde Obiettivo Cremona, che accusa la maggioranza di essere “solo in apparenza  unita e compatta, ma che alla prima occasione di voto segreto (elezioni proviciali), in una maniera davvero subdola, ha dato dimostrazione di come l’unità sia solo di facciata mettendo in luce il malessere e il disaccordo che regnano tra i vari consiglieri ed evidenziando gravi fratture che non hanno il coraggio di manifestarsi quando il voto è palese, solo per interessi politici e di partito, almento per ora” evidenzia il consigliere Maria Vittoria Ceraso.

Per quanto riguarda la minoranza la Lista Obeittivo Cremona con Perri si è sempre preoccupata di agire e votare secondo coscienza, ricercando l’unità con le forze di minoranza solo laddove ci fosse condivisione di principi e di intenti nel merito delle questioni, non per mera preoccupazione di assecondare logiche di opportunità politica e di unità apparente, non facedosi problemi a votare anche con la maggioranza qualora lo ritenesse nell’interesse della città” continua il consigliere.

Venendo alla mozione di Via Brescia, Ceraso ribadisce “che è stata da me sottoscritta con convinzione, ben consapevole che il dispositivo era una provocazione politica che aveva l’intento di dimostrare che la scelta discrezionale e non obbligata di questa Amministrazione di cambiare la viabilità di un progetto finanziato sulla base di altre finalità era costata al Comune e ai cittadini 200.000,00 euro. Il fatto di aver lasciato il Consiglio alle ore 20, prima del voto finale sulla mozione, è stato solo dettato dalla necessità di raggiungere Sala Zanoni dove mi attendevano, essendo tra gli organizzatori, per gli ultimi preparativi relativi all’incontro sul No al Referendum. Credo che sia l’unica volta che ho lasciato il Consiglio prima della sua conclusione“.

“Che Fare Nuova la Città abbia voluto leggere nella mia assenza una presa di distanza dalla mozione che avevo difeso e motivato con il mio intervento dimostra solo la pochezza dei loro argomenti su Via Brescia tanto da puntare l’attenzione su un fatto per niente significativo, probabilmente per sviare l’attenzione dal merito della vicenda” continua Ceraso. “Perchè di fatto è davvero difficile spiegare come sia possibile che la Giunta Perri abbia ottenuto un finanziamento su un progetto che non rispondeva a norme di sicurezza per la viabilità e come la Regione abbia richiesto la restituzione di una parte del finanziamento non riconoscendo le motivazioni del Comune che tendevano a giustificare le modifiche apportate per garantire una sicurezza che il progetto originario non avrebbe garantito. E sono state davvero puerili le velate accuse fatte in merito ad un attegiamento della Regione che non sarebbe stata, diciamo così, imparziale a valutare la situazione del sottopasso di Via Brescia, soprattutto considerando quanti finanziamenti stanno arrivando dalla Regione in tutti i campi, a dimostrazione di come non ci sia alcun pregiudizio a sostenere il nostro territorio quando i progetti rispettano i criteri dei bandi in base ai quali vengono elargiti i finanziamenti.

Credo sarebbe stato più onesto che la maggioranza avesse dichiarato di voler privilegiare, per una scelta politica volta ad attuare un disegno di ripensamento di tutto il comparto Via Brescia/Via Persico, il passaggio nel sottopasso di via Brescia di bici e pedoni, scaricando il traffico veicolare in quella zona a  sfavore di Via Persico, laddove sì ora ritengo sussistano problemi di sicurezza sulla svolta con Via Soldi che spero il Comune risolva al più presto. In conclusione da questa vicenda più che lo sfilacciamento della minoranza si evince la mancanza di coraggio di questa Amminstrazione nel rivendicare le proprie idee e le proprie scelte, soprattutto quando costano alla collettività 200.000,00 euro, senza continuamente farle passare per scelte obbiligate e necessari per rimediare ad errori della passata Amministrazione”.

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