Spettacolo

Al Ponchielli venerdì 25 va in scena 'Il turco in Italia'

Nell’ambito della stagione d’opera, al Teatro Ponchielli venerdì 25 novembre (ore 20.30 e in replica il 27 novembre alle 15.30) va in scena Il turco in Italia, un opera di grande bellezza musicale e di sapiente costruzione drammaturgica che merita un posto di primordine tra i grandi capolavori rossiniani. La direzione musicale è di Christopher Franklin, la regia invece del nuovo allestimento è affidata a Alfonso Antoniozzi. Accompagnamento dell’orchestra I pomeriggi musicali e del coro Opera Lombarda.

Risale agli anni ’50 del secolo scorso una vera e propria “riscoperta” de Il Turco in Italia, che godette di scarsa fortuna ai tempi della sua composizione. L’opera, infatti, fu scritta da Gioachino Rossini per il Teatro alla Scala di Milano, sperando di replicare il successo ottenuto due anni prima con La pietra del paragone. Ciò però non avvenne, complice l’equivocabile affinità d’argomento tra il Turco e L’Italiana in Algeri, riconosciuta già all’epoca indiscusso capolavoro del compositore pesarese.

L’equivoco si tradusse nella diceria secondo cui Rossini avesse voluto prendersi gioco del pubblico milanese scrivendo un’opera che era solo una copia a parti invertite dell’Italiana: ciò bastò a decretarne l’insuccesso alla prima e il conseguente scarso numero di rappresentazioni successive. In realtà, i due titoli hanno ben poco in comune (tranne la componente esotica e il confronto tra culture diverse) ed anzi il Turco introduce un elemento di grande novità e di estrema modernità nel libretto: la figura del poeta Prosdocimo, che con movenze alquanto pirandelliane va in cerca dei personaggi per il suo nuovo dramma, trovandoli poi nella “vita vera”, fatta di mogli capricciose e civettuole, mariti ingenui e sottomessi, uomini e donne provenienti da un luogo geograficamente lontano che altro non sono che una rappresentazione di un mondo ignoto e diverso, quasi favolistico.

Unico personaggio distante dalla vita reale, sia dei tempi di Rossini che dei nostri, è quello di Don Narciso, il cicisbeo, figura legata ad un ambiente galante e settecentesco, introdotto dal librettista Felice Romani per “esigenze di cast”, ovvero per dare un adeguato spazio al ruolo del tenore principale. Nonostante la fredda accoglienza della prima milanese il 14 agosto 1814, Il Turco in Italia è un’opera di grande bellezza musicale e di sapiente costruzione drammaturgica e che merita un posto di primordine tra i grandi capolavori rossiniani.

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