Dimissioni Allegri: futuro incerto e arma in più per la minoranza
Dopo le dimissioni lungamente annunciate di Stefano Allegri dalla presidenza del Cda dell’istituto Monteverdi, la domanda è cosa succederà al Conservatorio e quali via d’uscita si prospettano per uscire dalla crisi. Allegri se n’è andato sbattendo la porta e mettendo nel mirino il sindaco Gianluca Galimberti, il presidente della Fondazione Stauffer Paolo Salvelli e soprattutto il direttore Andrea Cigni, secondo Allegri protetto dai due. Il futuro del Conservatorio è fortemente a rischio, così come l’immagine di Città della Musica per la crisi di una delle istituzione cardine del progetto. Le tensioni erano palpabili da tempo. Si è arrivati a un epilogo perchè le mediazioni, anche politiche, messe in campo dal Comune non sono bastate.
I problemi dell’Istituto pareggiato vengono da lontano, fin dai tempi in cui si è scelta la trasformazione della Scuola Civica in Conservatorio senza tenere conto che di istituti simili nelle città vicine già ne esistevano con forti investimenti statali: Mantova, Parma, Piacenza, Brescia. Ma la validità del progetto ha fatto del “nostro” conservatorio un fiore all’occhiello della proposta culturale cremonese, tanto è vero che ormai all’estero è considerato un tutt’uno con le istituzioni di Cremona Città della Musica ed è richiestissimo da studenti e insegnanti.
Questo non è bastato. Sono rimaste le ruggini, le incomprensioni, i problemi, su cui si incardina – e c’era da aspettarselo – la critica politica da parte di chi osteggia l’amministrazione Galimberti. Il primo a farlo è il consigliere Ncd Federico Fasani. “Il presidente Allegri – scrive Fasani – lascia l’incarico dopo aver messo gratuitamente a disposizione dei Cremonesi la sua competenza professionale e il suo coraggio da imprenditore di successo. Si dimette avendo constatato amaramente l’impossibilità di applicare i criteri della buona amministrazione ad un istituto attualmente pervaso da condizionamenti politici e simpatie personali”. Per Fasani l’occasione è ghiotta per riprendere uno dei leit-motiv dei suoi attacchi alla giunta di centrosinistra: “Una triste verità che tocca a tutti gli ambiti amministrativi in cui affondano le mani di chi male ci governa in oggi. Tutto questo traccia un solco profondo tra la gente e alcuni politici che non perdono mai l’occasione per esibire arroganza e dannosa autoreferenzialità. Stanno sacrificando le migliori intelligenze, dalle quali avrebbero solo da imparare, sull’altare della protervia, pervasi dall’ossessione di insegnare a tutti e di educare il popolo (…) Sono dispiaciuto per le dimissioni di Allegri, ma ne comprendo le motivazioni.
Il fatto drammatico è che non si tratta di un caso isolato. Prima di lui hanno dovuto lasciare l’incarico Federico Zamboni, dall’Aem, destinatario di mail imbarazzanti, e Ilaria Giordano, da Cremona Solidale, messa nell’angolo da un cda politicizzato. Entrambe persone di valore, allontanate perchè non funzionali al disegno sbagliato del potere.
Ho l’impressione – conclude Fasani – che Cremona abbia un problema serio di credibilità istituzionale che può risolversi solo liberando la città da chi, mentre dice di volerla fare nuova, la sta distruggendo”.