Morte di Jelena, Platé: 'Più integrazione psichiatria- servizi sociali e più risorse'
Il dramma del suicidio di Jelena Radojev “ci impone una riflessione sulla necessità di rafforzare il servizio psichiatrico territoriale e la sinergia tra i servizi”. Conclude così, con la rassicurazione che questo rafforzamento è già in atto, ma che richiede “un adeguato stanziamento delle risorse dedicate da regione e dall’Ats alla psichiatria del territorio”, la risposta dell’assessore al welfare Mauro Platé all’interrogazione di Carlalberto Ghidotti (vedi link in basso) successiva alla morte della 47enne di origine serba all’inizio di ottobre. Jelena era conosciuta sia dai servizi sociali che fanno capo al Comune, sia dal centro psico sociale, servizio erogato dall’Asst (ospedale), che aveva individuato le fragilità psichiatriche della donna prima ancora che “alla patologia si aggiungesse la vulnerabilità economica”. Platé difende l’operato degli assistenti sociali del Comune, che hanno seguito il caso “con professionalità e competenza … alla signora sono state offerte tutte le condizioni per affrontare le difficoltà, sia attraverso l’assistenza economica, sia con la proposta di un cambio alloggio e un inserimento lavorativo, sia attraverso un costante ascolto che negli ultimi mesi era bi -trisettimanale”. Gli stessi servizi sociali avevano anche riferito agli operatori sanitari l’opportunità di un ricovero temporaneo, ma “purtroppo la situazione personale e lo specifico quadro psichico della signora, che non ritengo, per suo rispetto, sia opportuno portare alla lice in un dibattito pubblico, hanno portato all’epilogo più doloroso”. Quello cioè del suicidio nel mare di Nervi, dove si è lasciata affondare insieme al cane, un epilogo che ha scosso tanti cremonesi, che Jelena avevano conosciuto come donna intelligente e brillante.