Cronaca

Sottopasso via Bs, a causa della ciclabile Comune deve restituire 200mila euro

Le polemiche su via Brescia sono approdate nella commissione bilancio nel tardo pomeriggio di ieri, per un chiarimento su quei 522mila euro che il Comune dovrà restituire alla Regione, a causa di modifiche effettuate rispetto al progetto originale, inserendo la pista ciclabile al posto della doppia corsia veicolare. Come ha spiegato il dirigente ai lavori pubblici Marco Pagliarini, in realtà “soltanto 204mila euro sono imputabili a quella causa. I restanti 317mila euro da restituire dipendono da lavori non eseguiti e dal raggiungimento dei massimali. Ad esempio si dava per scontato di trovare ordigni bellici che invece non abbiamo trovato. Inoltre si ipotizzava di rinvenire vecchie cisterne di carburante, ma anche quelle non c’erano. Dunque per queste voci ovviamente la Regione rivuole indietro la parte di finanziamento ad esse legate”.

Per quanto riguarda la ciclabile, l’assessore Alessia Manfredini ha spiegato le motivazioni della propria scelta. “La scelta dell’amministrazione è stata quella di voler creare una viabilità più sicura e residenziale, a tutela di pedoni e ciclisti. E a distanza di un anno si notano i miglioramenti”. Del resto, ha aggiunto Pagliarini, “i flussi di traffico ciclabile si sono rivelati notevoli”. Questo ha però comportato un marcia indietro delle Regione, in quanto il contributo aveva come presupposto la realizzazione di opere che facilitassero l’accesso all’autostrada. Cosa che naturalmente la pista ciclabile in uscita non fa. Ne è conseguita quindi la richiesta di restituire parte del finanziamento.

Il dirigente ai lavori pubblici ha ripercorso le tappe che hanno portato al risultato attuale. “Tutto era partito prima del 2010, con l’amministrazione Corada, con cui si era sviluppato un progetto preliminare. Era rimasta in sospeso una passerelle ciclopedonale da realizzare in via Brescia. Con la Giunta Perri si era poi trovata una soluzione per realizzare un sottopasso molto limitato a causa dello scarso spazio disponibile tra Cavo Cerca, Cavo Robecco, palazzo Duemiglia e chiesa di San Bernardo. Dunque le dimensioni e l’altezza del manufatto attuale sono esattamente quelle previste da quel progetto: di più non si sarebbe potuto fare”.

Essendo assente il consigliere che con una mozione ha posto la questione, Federico Fasani, il dibattito si è limitato ai presenti, con il consigliere del Carroccio Alessando Fanti, che ha rimarcato come la scelta della pista ciclabile “è stata soprattutto politica. Regione Lombardia avrebbe finanziato un progetto con doppia corsia per le auto. I 204mila euro sono comunque una cifra che ricade sulla cittadinanza”. Stesso ragionamento del consigliere Maria Vittoria Ceraso, secondo cui comunque se si fosse rispettato il progetto originale, “non ci sarebbero stati problemi”.

Diversa la visione del consigliere Filippo Bonali, secondo cui la pista ciclabile è da considerare a tutti gli effetti “un’opera publica in cui il Comune ha investito”.

“Questa commissione è stata voluta dal presidente Poli e credo che siano stati chiariti una volta per tutte ai consiglieri, proprio da parte del direttore del Settore Lavori Pubblici Marco Pagliarini e il responsabile del Servizio Programmazione Lavori Pubblici e Coordinamento opere infrastrutturali Marco Bonini – i tecnici che hanno accompagnato tutto l’iter di realizzazione dell’eliminazione dei passaggi a livello a scavalco delle due amministrazione – quanto effettivamente accaduto, quali sono stati i costi per la realizzazione delle opere e il percorso e le responsabilità delle scelte sul sottopasso di via Brescia”.

Di fatto, continua Manfredini, “Chiariti i contorni economici – ben diversi da quanto gridato dall’opposizione, che preferisce far confusione -, riteniamo che la scelta di privilegiare la sicurezza dei cittadini e l’accessibilità e vivibilità del quartiere sia stata quella giusta. Come noto nulla si poteva modificare del progetto definitivo approvato della Giunta Perri (20 dicembre 2012) relativamente alle dimensioni del manufatto. L’unica scelta possibile era – e di questo ce ne assumiamo pienamente la responsabilità -, modificare la viabilità per garantire sicurezza e accesso a cicli e pedoni. E questo è l’unico atto della Giunta Galimberti relativamente al sottopasso. Lasciamo ad altri, il tentativo di celare la verità”.

lb

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