Ambiente

Ecosistema Urbano, Cremona guadagna quattro posizioni

Cremona è una delle otto città migliori in quanto a estensione delle isole pedonali e delle piste ciclabili. A dirlo è il rapporto Ecosistema Urbano 2016 di Legambiente e del Sole 24 Ore, che analizza la sostenibilità delle aree urbane di tutta Italia, attraverso un’analisi dei risultati ottenuti dalle principali città in diversi ambiti. Aria, acque, rifiuti, mobilità, energia: sono gli indicatori presi in considerazione per stilare la graduatoria nazionale, valutando tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale.

Complessivamente Cremona recupera ben 4 posti nella classifica nazionale, arrivando al 20º. In particolare, relativamente alle isole pedonali, Cremona si colloca al 7º posto, dcon 1,16 mq per abitante, mentre addirittura al terzo posto per indice di ciclabilità, con 26,31 metri di pista ciclabile ogni 100 abitanti. Molto bene anche il comparto delle energie rinnovabili: con 11 kw di potenza installata (solare termico) ogni mille abitanti la città del Torrazzo si colloca infatti al 12º posto.

Nella media, invece, l’indicatore della produzione annua pro capite di rifiuti urbani, che per i cremonesi è di 491,7 kg, con cui ci collochiamo al 42º posto. 28º posto invece per la raccolta differenziata, che è ormai al 60,9%.

Indicatori decisamente meno performanti per quanto riguarda la qualità dell’aria, che bocciano decisamente la nostra città: Cremona si colloca al 58º posto per la concentrazione di biossido di azoto, 76ª per concentrazione di ozono (Media del n° giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 ?g/mc registrati dalle centraline) e addirittura al 91º per le Pm10, con una media dei valori medi annuali registrata dalle centraline pari a 38,5 ?g/mc. Confrontando i dati del 2016 con quelli dell’anno prima, emerge un notevole peggioramento della qualità dell’aria, sia per le polveri sottili che per l’ozono.

LA SITUAZIONE NEL RESTO D’ITALIA. Nella top ten italiana si trova Mantova, al 3° posto centrando buone performance nelle basse medie dell’NO2 con 23,6 ?g/mc, nella dispersione della rete idrica che si ferma al 15,5%, realizza un’ottima percentuale di raccolta differenziata che raggiunge il 77% e il secondo posto assoluto nell’indice dedicato alla ciclabilità, con 26,66 metri equivalenti ogni 100 abitanti. Lecco mantiene la 14^ posizione rispetto al 2015; Cremona sale di 4 gradini arrivando 20ª; Bergamo scala la classifica dal 41° al 30° posto; Sondrio precipita dal 7° al 41°; Pavia guadagna 20 posizioni arrivando 43^; Lodi scende di 4 posizioni attestandosi alla 65^; Milano pur passando dal 51° posto al 73° e registrando i peggiori dati per le medie di polveri sottili, resta tra le migliori grandi metropoli superando di diverse posizioni Roma, Torino, Palermo. Varese dalla 49^ posizione cade alla 77^; Brescia si discosta di 4 posti dalla graduatoria dell’anno precedente, scendendo a 83; crolla anche Como dalla 45^ all’86^ posizione; Monza chiude la classifica lombarda al 91° posto, contro il 78° del 2015.

Tra gli indicatori della qualità dell’aria vengono presi in considerazione NO2, PM10 e Ozono, registrando una condizione generalmente stazionaria in negativo: Milano, insieme a Torino, si guadagna la maglia nera per la presenza di biossido di azoto, con valori medi superiori a 50?g/mc e per lo sforamento dei limiti di PM10 con 101 giorni; sono oltre 80 i giorni di superamento delle soglie di ozono a Bergamo, Brescia e Lecco. Sono dati che confermano che nei nostri centri urbani è la mobilità privata motorizzata a farla ancora troppo da padrona. “Mentre Milano si attesta come la città capoluogo più innovativa, le altre città fanno fatica a trovare una dimensione che le veda protagoniste in campo ambientale e per il benessere diffuso – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – L’inquinamento atmosferico si riconferma il grande nemico della pianura Padana ma, mentre Milano sta agendo con uno sforzo di promozione di iniziative come il car o bike sharing, altre città non ingranano la marcia giusta. Decongestionare le città dal traffico e attuare una riqualificazione energetica degli edifici aumenterebbero il benessere dei cittadini e ne tutelerebbero la salute. Purtroppo da questi obiettivi siamo ancora lontani. Serve un cambio di passo anche delle amministrazioni anche per intercettare nuove opportunità di finanziamento, al di là dei sempre più scarsi trasferimenti statali”.

Una nota positiva arriva dal dato sul trasporto pubblico: Milano con 472 viaggi all’anno per abitante è in crescita rispetto ai 457 viaggi del 2014, anche grazie all’aumento dell’offerta del servizio, che passa da 83 a 92 Km-vetture/ab e si conferma al primo posto seguita da Roma e Venezia; tra le città di medie dimensioni, spicca Brescia con più di 150 viaggi/ab (+5% rispetto al 2014). Tra le città che non raggiungono la soglia dei 10 viaggi per abitante annui, invece, troviamo Sondrio. È opportuno, però, precisare che il valore dei passeggeri trasportati per abitante è influenzato da due fattori importanti che determinano notevoli variazioni: la presenza turistica e l’incidenza del pendolarismo. Mentre per quanto riguarda gli spostamenti (modal share) effettuati su mezzi motorizzati (automobili o motocicli) tra le prime dieci città con la più alta incidenza si evidenzia Bergamo: maggiore al 75% (considerato come soglia massima). Sugli spostamenti con mezzi privati incide anche la disponibilità di piste ciclabili. Tra le migliori posizioni in Italia si trovano ben tre città lombarde: Mantova, Lodi e Cremona (circa 26 metri equivalenti/100 abitanti), seguite da Sondrio con un indice di 20 m_eq/100 ab.

lb

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