Caso Gagliardi, Galletti e Piloni: 'Percorso danneggiato da scelte irresponsabili'
Il caos politico generato dal risultato delle elezioni provinciali e dalla mancata nomina di Giovanni Gagliardi nel consiglio provinciale, a causa di due “franchi tiratori”, ha avuto ripercussioni su tutto il partito. A questo proposito intervengono i segretari provinciali e cittadini del Pd, Matteo Piloni e Roberto Galletti, che manifestano “pieno sostegno al capogruppo del Pd cremonese Rodolfo Bona per il lavoro prezioso che quotidianamente svolge con il consiglieri comunali e per il rapporto con l’amministrazione e con il partito”, ribadendo “che la gestione e le valutazioni fatte in occasione delle elezioni di secondo livello dei consiglieri provinciali sono il frutto di un percorso condiviso e collettivo che, purtroppo, è stato danneggiato da scelte irresponsabili e ingiustificabili di due consiglieri comunali che, con il loro atteggiamento, hanno voluto creare un clima di diffidenza all’interno della maggioranza consiliare. Con uno stile dal quale il Pd, e i suoi iscritti, sono lontani anni luce”.
Senza questo atteggiamento, si legge nella nota, “l’esito delle elezioni provinciali sarebbe stato quello ipotizzato e per il quale il Pd, su tutto il territorio provinciale, ha lavorato. Nel ribadire stima e dispiacere per quanto accaduto, soprattutto nei confronti di Giovanni Gagliardi che non meritava certamente tale trattamento, il nostro impegno nei prossimi giorni per il Referendum del 4 dicembre e nel proseguire quotidianamente con maggiore determinazione il progetto amministrativo dell’amministrazione Galimberti”.
Da parte sua Franco Bordo, deputato di Sinistra Italiana, augura “un buon lavoro al Consiglio provinciale di Cremona e al neoeletto presidente Davide Viola e garantire la mia disponibilità per qualsiasi collaborazione utile a rappresentare e sostenere il nostro territorio. Un lavoro che, come abbiamo già visto nel corso degli ultimi due anni, non sarà per nulla facile. Difficoltà economiche e gestionali date da iniziative governative profondamente sbagliate, che scaricano sempre di più sugli Enti Locali scelte scorrette e assunte in modo verticistico e che ricadono inevitabilmente sulla pelle dei cittadini e sui servizi per le imprese”.
Ma Bordo attacca anche le modalità con cui si arriva ad eleggere i vertici di questo ente, puntando il dito contro Pizzetti. “L’ente esiste, ma non più la partecipazione democratica dei cittadini alla sua elezione, proprio come si vorrebbe fare per il Senato con la proposta Renzi-Boschi di revisione costituzionale. Il tutto si regge da accordi tra partiti o, addirittura, all’interno di uno stesso partito. Esemplari e tragiche – al contempo – sono le dichiarazioni del Sottosegretario Luciano Pizzetti, furioso per la mancata nomina di un Consigliere ‘predestinato’. Le urne devono essere solo un passaggio formale, per ratificare gli accordi presi. A me vengono i brividi. Questo brutto pasticcio che si è combinato per le Province, ora lo si vuole estendere al Parlamento. Per fortuna, il 4 dicembre, i cittadini, con un libero voto, potranno impedirlo, votando No”.