Politica

Il dopo elezioni provinciali: Pd a pezzi, stasera si riunisce la maggioranza

I banchi del Pd in consiglio comunale

AGGIORNAMENTO – Riunione di maggioranza nel Pd cremonese, questa sera, all’indomani dell’esito del voto provinciale, una riunione programmata da prima che lo spoglio delle schede consegnasse il risultato – choc dell’esclusione del candidato del Pd cittadino Giovanni Gagliardi dal nuovo consiglio. Il voto segreto fa questi scherzi, e all’interno del Pd ora è caccia aperta a chi non ha messo in pratica la parola data assicurando il proprio voto all’ex segretario generale dell’ente, ora presidente della commissione Area Vasta in Comune. Le interpretazioni si sprecano, in queste ore che seguono il voto, ma sono estremamente confuse e certo non giovano né all’immagine del Pd cittadino nè a quella del gruppo consigliare del partito di maggioranza. Ci sarà da capire ad esempio se i voti mancati a Gagliardi, primo dei non eletti nella lista del centrosinistra, siano stati dirottati su uno dei candidati cremaschi, area geografica che risulta rappresentata da ben tre consiglieri: oltre a Bonaldi e Calvi, sindaci di Crema e Rivolta d’Adda, la sorpresa è stata l’elezione di Ernesto Roberto Barbaglio di Pianengo. Considerati i recenti motivi di divisione all’interno del Pd tra Cremona e Crema (confini area vasta, ambiti scolastici, ecc) non sorprenderebbero ragioni territoriali alla base del voto. C’è poi chi tira in ballo il vecchio ritornello degli anti – Pizzetti: Gagliardi è sicuramente persona vicina al parlamentare cremonese, e non solo grande conoscitore della macchina della pubblica amministrazione. Uno sgambetto a Gagliardi potrebbe significare dunque una sorta di rivalsa contro il senatore, ma finisce con l’inguaiare anche il sindaco Galimberti, che certo pizzettiano non può definirsi. Dunque il voto può essere letto in chiave destabilizzante nei confronti del sindaco, un segnale politico ora che si è arrivati oltre la boa di metà mandato, che però rischia di essere autodistruttivo per il partito di maggioranza.

Il voto segreto apre infiniti scenari che il segretario provinciale Matteo Piloni ha dichiarato di voler indagare fin dalle ore immediatamente successive all’esito del voto. Il commento del segretario cittadino Roberto Galletti arriva invece nel pomeriggio del giorno dopo, ed è un misto di rabbia e delusione. “Dei franchi tiratori non solo hanno danneggiato noi, ma tutta la città. Siamo di fronte ad un atto da condannare; io credo in una politica fatta di confronto, di dialogo e di discussione tra persone che ci mettono la faccia. Ringrazio molto Gagliardi per la disponibilità che aveva dato, sono amareggiato e solidale con lui per quanto accaduto”.

Difficile capire chi possa trarre vantaggio da questa situazione. Potrebbe starci l’ipotesi di un atto puramente individuale, una sorta di pugnalata alle spalle, come pure un disegno destabilizzante rispetto alla tenuta della maggioranza e a quella del gruppo consigliare, di cui Gagliardi è una colonna. L’ex dirigente provinciale potrebbe uscire dal gruppo e aggregarsi al Misto, dove già da tempo sono confluiti due dissidenti, Fiamma e Chiappani, che però si sono sempre richiamati ad una rigida osservanza renziana, nella quale è difficile inquadrare Gagliardi.

Nel generale silenzio che precede la riunione di questa sera, l’unico ad esprimersi è Giancarlo Schifano, uno dei 7 a cui era stato chiesto di votare Gagliardi, nonchè unico del gruppo consigliare Pd a non avere la tessera di nessun partito: “Sono sconcertato e mi dispiace tanto per Gagliardi. Io il mio dovere l’ho fatto, degli altri non so. Certo, se non sono riusciti a far quadrare i numeri la colpa è loro; non eleggere un proprio rappresentante, perdipiù del capoluogo, nel consiglio provinciale è uno smacco, anche se l’ente è di secondo livello e non ha più un valore elevato. Adesso quello che serve è parlarsi, discutere di molte cose e fare il punto”. Difficile che questo bagno di sincerità avvenga già stasera: il clima è ormai di totale diffidenza. “Non mi stupirei che chi non ha tenuto fede alla parola data, stasera si sedesse in prima fila e deprecasse il gesto”, è una frase ripetuta da più di un consigliere Pd.

Mancanza di fiducia reciproca, rapporti inquinati, sconfitta generale, questo il Pd che sta per riunirsi.

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