Terrorismo: contatti online tra il kosovaro arrestato a Bs e il 'cremonese' Kastrati
Si chiama Gafurr Dibrani, 22 anni, il kosovaro residente a Fiesse arrestato in queste ore dalla polizia di Brescia per i reati di apologia di delitti di terrorismo jihadista e istigazione a commettere atti di terrorismo, con l’aggravante dell’uso di strumenti informatici. Durante le indagini è emerso che Dibrani era in contatto con il connazionale Resim Kastrati, il 23enne di Pozzaglio espulso nel 2015 prima dall’Italia e poi dalla Germania perché accusato di aver abbracciato l’ideologia jihadista. Tra i due sono stati riscontrati numerosi contatti telematici. Proprio come per Dibrani, anche per Kastrati gli investigatori avevano continuato a monitorare senza sosta le attività di propaganda islamica su internet. Da alcune conversazioni online inviate da Kastrati da un suo secondo profilo Facebook che celava la sua vera identità diceva di essere attivo come imam sul territorio cremonese e di aver contribuito “alla conversione di almeno sei italiani”. Alla fine per lui era scattata l’espulsione disposta dal ministero dell’Interno dopo una segnalazione dei poliziotti della Digos di Cremona. Per Dibrani questa mattina è invece scattato l’arresto. Secondo la Procura bresciana, il fondamentalista kosovaro avrebbe anche avviato un percorso di radicalizzazione islamica del figlio, un bambino di pochi anni. Il percorso era stato intrapreso attraverso internet e i video che inneggiavano all’Isis e alla guerra santa scaricati dalla rete. L’attività investigativa ha consentito di appurare come l’arrestato abbia, attraverso lo strumento informatico, effettuato numerosissime forme di esaltazione e manifestazioni di solidarietà verso noti terroristi detenuti.
Sara Pizzorni