Tribunale, la confessione del dipendente: 'La droga sequestrata finiva al bar'
Proseguono a ritmo serrato le indagini della squadra mobile in relazione all’inchiesta sui due dipendenti ‘infedeli’ del tribunale arrestati venerdì con le accuse di peculato, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e detenzione illegale di armi da guerra. Un contributo lo ha dato agli inquirenti lo stesso Francesco Manfredi, il 59enne cremonese addetto all’ufficio corpi di reato, fermato mentre usciva da palazzo di giustizia con una borsa contenente quattro chili di droga, tra cocaina, hashisc e marijuana. A chi era destinato lo stupefacente ? Agli inquirenti, Manfredi ha già fatto un nome, quello di un italiano che gestisce un bar in città. Subito, da parte degli investigatori, è scattata la perquisizione dove per ora sono stati trovati 2 grammi di stupefacente. Nel suo interrogatorio di sabato scorso davanti al gip Pierpaolo Beluzzi, Manfredi, che ha ammesso da subito le sue responsabilità, ha spiegato che l’attività illecita di sottrazione dei corpi di reato non andava avanti da molto tempo. Il 59enne, che ha detto di aver agito così per colpa di problemi economici, ha ricostruito interamente quanto sottratto dall’ufficio corpi di reato. Oltre alla droga, ha indicato anche le quattro armi e le munizioni consegnate all’altro arrestato, Attilio Valcarenghi, 57 anni, anche lui cremonese, impiegato nella cancelleria civile, grande appassionato di armi e nelle cui abitazione gli uomini della mobile hanno sequestrato un vero e proprio arsenale. Alcune delle armi erano regolarmente denunciate, mentre la maggior parte detenute illegalmente, tra cui tre pistole e un fucile a canne mozze che erano custoditi nel caveau del tribunale in attesa di essere distrutti. L’inchiesta è nata da una segnalazione del personale della sezione della polizia giudiziaria che aveva notato una manomissione dei reperti. Le telecamere piazzate successivamente nell’ufficio corpi di reato hanno fatto il resto, inchiodando i due dipendenti. Manfredi, in particolare, deve rispondere di peculato e di detenzione di droga ai fini di spaccio, mentre Valcarenghi di detenzione illegale di armi da guerra. Entrambi, così come disposto dal giudice, restano in carcere.
Sara Pizzorni