Piscine, Bonali: 'Prioritario servizio a tutti cittadini non soci dei centri sportivi'
Bonali, Sinistra per Cr-Energia Civile: "Le piscine comunali sono a servizio di tutta la cittadinanza e dovrebbero innanzitutto offrire una opportunità di fare attività fisica a chi non usufruisce delle strutture dei numerosi centri sportivi privati presenti in città"
Crescono tensioni e interrogativi attorno alle piscine comunali, dopo che l’amministrazione comunale ha deciso di tagliare i ponti con la Fin, gestore in carica dal 1996, spesso contestato, ma ritenuto per molti anni interlocutore preferibile rispetto a scelte drastiche di cambiamento. Ora, di fronte alla concreta possibilità che Sport Management – colosso del settore, con decine di impianti gestiti e squadre di nuoto agonistico – si aggiudichi l’appalto per 25 anni, minoranze di centrodestra e società natatorie, a cominciare dalla Baldesio, stanno premendo affinchè l’amministrazione Galimberti torni sui suoi passi e cerchi soluzioni migliorative con la Fin, che tra l’altro ha sostituito il precedente direttore dell’impianto.
Un passaggio molto delicato, quello sulle piscine, che sta creando nervosismi all’interno della stessa maggioranza, anche a seguito dell’esposto presentato da Marcello Ventura (An Fratelli d’Italia). Nell’ottica di fare chiarezza, interviene oggi il consigliere di Sinistra per Cremona – Energia Civile Filippo Bonali, in un’interrogazione che pone pesanti interrogativi sulla Fin. In una delle commissioni a porte chiuse svoltesi la scorsa estate, è emerso ad esempio che negli spazi aperti dell’impianto si è svolto un ricevimento privato, o forse più di uno. Bonali chiede al sindaco “se tale utilizzo sia consentito dalla concessione ovvero fosse necessaria specifica autorizzazione e, in caso affermativo, se è stata richiesta; se vi è per caso stata una interruzione del servizio di apertura della piscina causata dalla presenza di questi eventi privati; come e se è normata la gestione di tali eventi dalla concessione tra il Comune e il gestore”.
Altre domande riguardano gli aspetti economici della gestione ventennale della Fin, a cui andavano inizialmente quasi 500mila euro l’anno, poi ridotti a 200mila ultimamente. “Sono stati forniti – è uno dei quesiti posti – nel corso della gestione, tutte le informazioni richieste dall’Ente per consentire l’esercizio dei poteri di controllo sia sullo stato dell’impianto, sia sul suo utilizzo e sia sui costi e ricavi di gestione, fornendo dati riscontrabili riguardo ad esempio a consumi, numero e tipologia di accessi, controllo accessi?”
“Da quando è in carica la nuova amministrazione, sono stati forniti bilanci dettagliati, chiaramente intellegibili, utili anche al fine di comprendere come ottimizzare l’impianto nel reciproco interesse; se la consegna di tali documenti è avvenuta in tempi congrui, completi dei dati richiesti riguardo ad esempio il numero addetti, numero di ore lavorative, tipi di contratti stipulati ecc.?”.
Ma si punta anche all’opinione pubblica: “Nel corso degli anni – spiega Bonali – sono emerse anche attraverso lettere ai giornali, varie lamentele degli utilizzatori delle piscine. Il gestore ha mai effettuato un’indagine per verificare il grado di soddisfazione dell’utenza?”. E ancora: “In che modo venivano contabilizzati gli incassi delle manifestazioni organizzate dal gestore, cioè se veniva compensato il mancato introito dovuto al mancato utilizzo degli impianti da parte dei singoli utenti durante le manifestazioni e se, e in che modo, era regolamentata questa situazione nella concessione in essere?”
Bonali parte da alcune premesse: “Un impianto sportivo comunale, in quanto bene pubblico, deve essere dedicato all’utilizzo pubblico che ne è proprio e solo in casi eccezionali, dietro precise autorizzazioni, può essere utilizzato per scopi diversi, ma ben definiti dall’amministrazione; la concessione in uso o la gestione da parte di soggetti terzi di un impianto comunale alle condizioni concordate con l’Ente, deve essere improntata alla massima trasparenza per permettere l’esercizio dei poteri di controllo propri dell’Ente concedente e il miglioramento del servizio alla cittadinanza; il contributo erogato dal Comune al gestore annualmente è andato calando negli anni, ma rimanendo sempre su cifre che appaiono comunque molto al di sopra rispetto a quelle necessarie come emerso dalle analisi svolte dal Comune in vista delle scadenze contrattuali e il rinnovo della gestione”. Raggiungendo infine il cuore del problema, ossia la fruizione pubblica della struttura: “Le piscine comunali sono a servizio di tutta la cittadinanza e dovrebbero innanzitutto offrire una opportunità di fare attività fisica a chi non usufruisce delle strutture dei numerosi centri sportivi privati presenti in città, e anche supplire nel periodo invernale all’assenza di piscine coperte per tutte le attività delle associazioni sportive dedicate al nuoto”.
LEGGI L’INTERROGAZIONE DI FILIPPO BONALI
g.biagi