Tennis, il processo resta a Cremona. Tre le parti civili che chiedono i danni
Combine nel tennis: si è aperto questa mattina davanti al collegio presieduto dal giudice Francesco Beraglia con a latere i colleghi Cristina Pavarani ed Elisa Mombelli il processo nei confronti dei due tennisti azzurri Daniele Bracciali e Potito Starace e di Roberto Goretti, direttore sportivo del Perugia Calcio, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, in particolare a manipolare una pluralità di partite di tennis di tornei prevalentemente internazionali. Bracciali, l’unico ad essere presente in aula, è assistito dai legali Filippo Cocco ed Alberto Amadio, Starace dall’avvocato Simone Maina e Goretti dall’avvocato Antonio De Rensis.
Nell’inchiesta portata avanti dal procuratore Roberto di Martino sono imputati anche Manlio Bruni e Francesco Giannone, ex commercialisti di Beppe Signori, ed Enrico Sganzerla, commercialista di Verona, che il prossimo 27 ottobre patteggeranno la pena davanti al giudice Christian Colombo.
Il processo contro Bracciali, Starace e Goretti resta a Cremona. I giudici hanno infatti respinto l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalla difesa che chiedeva di spostare il processo a Bologna. Secondo i legali, il centro della presunta associazione sarebbe stato proprio a Bologna, “luogo dove si prendevano le decisioni operative sia in ordine ai tentativi di combine sia in ordine alle scommesse da effettuare”. Per il pm di Martino, invece, l’unico elemento che collega il gruppo a Bologna è il fatto che Manlio Bruni, uno dei capi della presunta associazione, risieda nella città emiliana. “Per il resto”, come ha chiarito il pm, “tutti i rapporti si sono svolti attraverso internet, o tramite comunicazioni telefoniche, oppure attraverso chat”. Il procedimento, dunque, come deciso dal collegio, resta a Cremona, in quanto la competenza è del luogo dove il pubblico ministero ha iscritto per primo la notizia di reato.
Tutte ammesse le parti civili: il Coni, rappresentato dall’avvocato Guido Valori, la Federazione Italiana Tennis, con l’avvocato Virginia Comitini, e l’International Tennis Federation Limited, rappresentata dall’avvocato Remo Pannain. Parte offesa, la Tennis Integrity Unity, con l’avvocato Luca Genesi in sostituzione del collega Massimo Sterpi. Le difese avevano contestato tutte le richieste di costituzione, sostenendo che per queste associazioni non ci fosse alcun danno diretto e immediato. Contestata anche la parte offesa, in quanto, per la difesa degli imputati, rappresenta un organo inquirente in ambito sportivo e dunque non legittimata a stare a processo.
Per quanto riguarda le richieste sui documenti da produrre, l’acquisizione di atti e sulla lista testi, il collegio deciderà nella prossima udienza, fissata per il prossimo 22 novembre. Intanto, però, c’è già stato scontro tra accusa e la difesa sui nomi dei testi da portare in aula. Tra gli altri, la difesa ha citato Tomas Nydal, ex tennista svedese, la cui posizione nell’inchiesta era stata stralciata, il tennista tedesco Florian Mayer e l’italiano Fabio Fognini.
Per l’accusa, le scommesse sul tennis si sarebbero svolte dalla fine del 2007 all’estate del 2011. L’indagine, nata da una costola del calcioscommesse, ha portato alla luce un giro di partite truccate anche a livello internazionale, toccando anche tornei di Parigi, Monaco di Baviera, Amburgo, Casablanca, Barcellona e Newport.
Per la procura, a cominciare sarebbero stati Bruni e Goretti, sfruttando la conoscenza con Bracciali che avrebbe poi assoldato il collega Starace. Il primo episodio risale al luglio del 2007, quando Goretti e Bruni avrebbero cercato di convincere Bracciali a perdere dopo il primo set al torneo di Newport per la cifra di 50 mila euro. Doppio, in seguito, sarebbe stato il ruolo di Bracciali, che dopo essersi infortunato sarebbe diventato egli stesso reclutatore di campioni italiani disposti a farsi comprare. La procura ritiene illogico che per quattro anni e mezzo Bracciali avesse esclusivamente alimentato illusioni nei confronti di Goretti e Bruni.
Il 10 aprile del 2011, invece, Starace, in occasione della finale del torneo a Casablanca, sarebbe stato convinto a perdere contro lo spagnolo Andujar in cambio di 300mila euro, mentre il 18 aprile a Barcellona gli sarebbero stati promessi 50.000 euro per truccare il match con il tennista spagnolo Gimeno Traver.
Per la procura, ad Arezzo ci sarebbero state due cene alle quali, secondo Goretti, avrebbe partecipato anche Starace, e tra i vari tornei in odore di combine ci sarebbero stati anche quelli di Monaco del 2009 e di Barcellona del 2011. La prova, per l’accusa, sarebbero i contatti avuti il 5 settembre del 2007 tra Bruni e Sganzerla.
Non solo: per il procuratore di Martino, sarebbero numerosi i tornei per i quali ci sarebbe stata anche solo l’idea di coinvolgere Potito Starace: i tornei del 2007 di Bucarest, Stoccarda, Acapulco e Valencia, i tornei del 2008 di Amburgo e di Wimbledon, ancora Wimbledon del 2009, Santiago, Nizza e ancora Amburgo del 2010, più diversi tornei sudamericani.
Sulla posizione di Starace e dei commercialisti ci sarebbero inoltre delle chat dalle quali emergerebbe che ci sarebbe stato almeno un incontro tra Starace, Bruni e Goretti: incontro che avrebbe avuto per oggetto la puntualizzazione delle somme e dei rapporti per le combine delle partite.
Sara Pizzorni