Spettacolo

Shakespeare al Ponchielli Doppio appuntamento con il 'Sogno' il 6 e 7 ottobre

Il Teatro Ponchielli inaugura la Stagione d’Opera 2016 con A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten (venerdì 7 e domenica 9 ottobre) titolo mai rappresentato a Cremona e che si alternerà con il proprio equivalente in prosa, Sogno di una notte di mezza estate (giovedì 6 e sabato 8).

foto di Alessia Santambrogio

Il Teatro Ponchielli inaugura la Stagione d’Opera 2016 (7 ottobre ore 20.30 in replica il 9 ottobre ore 15,30) con A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten, titolo mai rappresentato a Cremona e che debutterà con un progetto assai interessante dedicato a William Shakespeare, in occasione dei quattrocento anni dalla morte. L’opera, infatti, si alternerà sui palcoscenici dei teatri coproduttori (Teatri di OperaLombardia ed il Teatro Valli di Reggio Emilia) con il proprio equivalente in prosa, ovvero Sogno di una notte di mezza estate (6 e 8 ottobre), realizzato dal Teatro Elfo Puccini di Milano: un progetto unitario ed innovativo che mette a confronto la medesima opera teatrale proposta con diversi mezzi espressivi. La regia dell’opera di Britten sarà l’affiata “coppia” teatrale formata da Elio De Capitani (regista anche di Sogno) e Ferdinando Bruni, che, sullo stesso impianto scenico, guideranno alla scoperta del capolavoro shakespeariano sia una compagnia di prosa che una d’opera. La direzione d’orchestra di A Midsummer night’s dream, è affidata ad una delle più interessanti bacchette italiane che molto successo sta riscuotendo anche al di fuori dei confini nazionali: Francesco Cilluffo, che ha approfondito proprio in Inghilterra lo studio della musica di Britten.

Pur con alcuni tagli, la struttura drammaturgica e narrativa di A Midsummer night’s dream di Britten è pressoché del tutto fedele all’originale shakespeariano.
In particolare, il compositore inglese mantiene la distinzione dei tre piani principali su cui si sviluppa la vicenda e che coinvolge altrettanti gruppi di personaggi. Ad essi Britten assegna atmosfere musicali corrispondenti, caratterizzandoli da un punto di vista sonoro in modo assai preciso: popolareggiante per gli artigiani, d’impronta romantica per il quartetto di innamorati, eterea e sognante per il mondo di fate ed elfi. A porre in comunicazione questi tre livelli di situazioni drammaturgiche e di personaggi è Puck, impersonato da un attore ed annunciato sempre da uno squillo di trombe che diventa quasi un suo riconoscibile Leitmotiv.
Di grande rilievo è anche il ruolo assegnato da Britten al coro di voci bianche, elfi e fate alla corte di Oberon e Tytania, associati ad una musica sempre lieve, la cui sonorità fatata è ricreata dagli archi con un ampio uso di glissando, dalla celesta e dalle arpe. Da Shakespeare Britten riprende anche l’intento ironico della messa in scena della tragedia di Piramo e Tisbe da parte degli artigiani, che nell’opera del compositore inglese si tramuta in una parodia del melodramma ottocentesco italiano. L’effetto comico è il medesimo di quello nella scena equivalente in Sogno di una notte di mezza estate senza tuttavia l’accenno polemico presente in Shakespeare.

Biglietteria del Teatro: aperta dal lunedi al sabato dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 19.30, tel. 0372.022001 e 0372.022002.
Prezzi dei biglietti di  A Midsummer Night’s Dream: platea/palchi € 55 – galleria € 35 – loggione € 20 (in vendita dal 17 settembre). I biglietti si possono acquistare anche on-line su : www.vivaticket.it

PROSA – Giovedì 6 ottobre, ore 20.30, con replica sabato 8 ottobre, ore 20.30, va in scena invece la commedia Sogno di una Notte di mezza estate (prezzi: platea/palchi € 18 – galleria € 13 – loggione € 10).
Scritto in un periodo compreso tra il 1593 e il 1596 (la datazione delle opere di William Shakespeare è sempre alquanto difficoltosa), Sogno di una notte di mezza estate è una commedia delicata ed elegante in cui l’autore inglese riesce a combinare, bilanciandoli magistralmente, moltissimi e diversissimi temi. Argomento principale è certamente l’amore, al cui potere né mortali né esseri soprannaturali possono resistere. Un potere affine a quello della magia, altro tema presente nella commedia shakespeariana e che determina il continuo passaggio dal piano della veglia a quello del sogno. Il sogno, infatti, oltre che nel titolo dell’opera, è continuamente evocato e rappresentato: lo stesso Puck, folletto tratto dal patrimonio folklorico britannico, nella sua captatio benevolentiae conclusiva si rivolge direttamente agli spettatori invitandoli a considerare «ogni visione vaga chimera» mentre erano «in lieve sonno sopiti». Oltre a questo espediente retorico teatrale,  Shakespeare ricorre anche ad un altro topos assai presente nella drammaturgia di ogni secolo: il teatro nel teatro. La metateatralità, in questo caso, pare sia stata scelta da Shakespeare in senso ironico: il tentativo degli artigiani di mettere in scena una tragedia antica, trasformandola invece in una farsa e suscitando le risa piuttosto che il pianto (sia del pubblico in scena che di quello in platea), rappresenta un’invettiva nei confronti di autori ed attori dilettanti (in questo caso in senso del tutto negativo) coevi a Shakespeare, che cercavano di farsi strada nell’ambiente teatrale londinese. Il Bardo ne ridicolizza così i tentativi, creando una delle scene più comiche e divertenti di tutti i tempi.

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