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Il cremonese Dalmonte racconta Ferrari venerdì a San Vitale

Enzo Ferrari, diceva “di voler essere dimenticato. Che non avrebbe voluto rinascere, se gli fosse stato concesso”. E’ diventato un simbolo del coraggio e del “made in Italy”. Luca Dalmonte, , cremonese di nascita, già uomo marketing Ferrari Usa e poi direttore del marketing Maserati, da qualche mese ha dato alle stampa “Ferrari Rex” (la più dettagliata monografia mai dedicata al costruttore modenese, quasi milleduecentopagine per raccontare “un uomo schivo, ombroso e sensibile” (nella sintesi di Enzo Biagi). Per presentare il suo libro Luca Dalmonte è ospite del Cavec, venerdì 7 ottobre, in San Vitale. L’incontro (alle 21) è aperto a tutti gli appassionati del marchio del Cavallino o, più semplicemente, della storia dello sport e dell’automobile. Il titolo è ispirato da un grande campione che corse con le Rosse: Phill Hill, che con le formula uno di Modena si aggiudicò il titolo mondiale del ‘61”. Spiega l’autore: “Phil Hill, mi disse che Ferrari era come un Re e i piloti i suoi cavalieri del rischio. E poi perché è un titolo che non ha bisogno di traduzione”. Dalle parole (scritte nel libro o semplicemente raccontate) di Dalmonte prende forma un viaggio attraverso le fatiche e i successi, i dolori, le paure, le sconfitte e i trionfi che hanno accompagnato la lunga vita di Ferrari. Il libro, pur testimoniando una passione autentica per il marchio, vuole essere una ricostruzione scientifica, condotta con spirito analitico fin nei minimi dettagli, precisa, puntuale, dettagliatissima. Uno spirito che ha ben riassunto, nel pubblicarne la recensione, “Il Giornale” che scrive: “Ferrari Rex non è un libro che ricorda Enzo Ferrari. È un libro che lo riporta in vita. Lo fa per tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Lo fa per chi l’ha frettolosamente dimenticato. Lo fa per coloro che vivono, tifano, corrono, comprano nel mito di Ferrari senza comprendere veramente l’entità del mito stesso”. Scrivere il volume, superando le già tante monografie sul personaggio, non è stato facile e al giornalista cremonese è costato otto lunghi anni di ricerche e cinque di scrittura. Con una consapevolezza: se “la bellezza è verità” (John Keats) questo volume piacerebbe anche ad Enzo Ferrari. Ha spiegato una intervista al “Corriere” Dalmonte “Ferrari sapeva che il contributo allo sport e alla storia dell’auto era tutt’altro che modesto. E non credo che volesse davvero essere dimenticato. La fama planetaria non rientrava nel suo orizzonte: per lui era un effetto secondario, accettato tutt’altro che facilmente…”. “Ferrari Rex – spiega l’autore –  è frutto di infinite interviste con gli intimi della cerchia personale dell’icona di Maranello. Quello che emerge dalle pagine è soprattutto l’uomo Ferrari, raccontato in tutta la sua fragilità, ma munito di un’incrollabile fede in se stesso che non lo abbandona mai e anzi lo sprona ad andare avanti”. Nel volume c’è spazio anche per raccontare le corse, le automobili, le vittorie. Ma ciò che “Ferrari Rex” riesce veramente a fare è raccontare per la prima volta Enzo Ferrari come persona.

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