Piano cave, ok in Regione: 16 milioni di metri cubi per opere come Tibre e Cr-Mn
La Commissione Ambiente della Regione, presieduta da Luca Marsico (FI), ha approvato a maggioranza il nuovo Piano cave della Provincia di Cremona per i settori merceologici di sabbia, ghiaia e argilla. Contrari il Partito Democratico e il Patto Civico mentre il Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto evidenziando il mancato rispetto della legislazione comunitaria in materia.
Il Piano, illustrato in Commissione da Lino Fossati (Lista Maroni), prevede 8 ambiti territoriali estrattivi (ATE) di argilla per un volume totale di 4.309.500 metri cubi (tra i quali Pianalto della Melotta); 26 ambiti estrattivi di sabbia e ghiaia per un volume totale di 11.530.984 metri cubi; 1 ambito nel settore estrattivo delle torbe per un volume totale di 81.000 metri cubi; 3 cave di recupero nel settore sabbia e ghiaia per un volume totale di 1.040.000 metri cubi.
In merito alla parte del Piano che concerne le cave per opere pubbliche, i siti estrattivi presenti nei comuni di Ripalta Arpina e di Castelleone non rientrano nel computo complessivo dei volumi da estrarre in quanto opere già realizzate.
Sul fabbisogno estrattivo complessivo (previsto in 16 milioni di metri cubi), si stima che 9 milioni di metri cubi presenti nelle cave individuate nel Piano servano per la realizzazione in territorio cremonese dell’autostrada TIBRE (Tirreno-Brennero); 450.000 metri cubi per la realizzazione del raccordo viario Cremona-Castelvetro (130.000 metri cubi ricavati dal sito estrattivo di Spinadesco e 320.000 metri cubi provenienti dall’ATE in comune di Gerre Caprioli, che sarà integrato da materiale riciclato); 4.383.400 metri cubi di materiale inerte per l’autostrada Cremona-Mantova.
“La proposta – sottolinea Agostino Alloni, Pd, membro della commissione – riduce complessivamente i quantitativi di cavato rispetto alla richiesta avanzata dall’allora presidente provinciale Salini. Ma persiste la cava di argilla Danesi, l’Ate A8, che è collocata dentro le aree della riserva naturale della Melotta, la quale presenta tutta una serie di vincoli di natura ambientale. Stiamo parlando di un territorio pregevolissimo, ovvero di un terrazzamento alluvionale vecchio di milioni di anni e unico in tutta l’Europa meridionale, dentro il quale noi giudichiamo incompatibile persistere nell’escavazione. Inoltre, vale la pena ricordare che per poter ottenere questo risultato si è dovuto variare il Piano territoriale della Provincia, adeguare il Piano territoriale regionale, variare gli strumenti urbanistici e bypassare tutta una serie di vincoli legati a geositi, Sic Natura2000 e all’istituzione della riserva naturale. Non solo, ma la stessa Regione, durante i due anni della fase di istruttoria, ha contenuto i quantitativi che erano stati assegnati dalla Provincia guidata all’epoca dal centrodestra”.
In Consiglio regionale il Pd ribadirà “non una posizione preconcetta e contro lo sviluppo a tutto tondo, ma affinché questo sia sostenibile e soprattutto non incida su territori e specificità ambientali che sono unici”, conclude Alloni.