Cremona: persa l'autonomia in sanità e in economia, ora rinuncia persino al canile
Azienda sanitaria e Camera di Commercio vanno a Mantova, per via di riforme regionali e statali; servizi energetici a Milano, grazie alla vendita di Lgh ad A2A; e poi, più in piccolo, la rinuncia al canile e la scelta quasi fatta di affidare la gestione delle piscine comunali ad una società di Verona, per 25 anni. Sembra che Cremona, un po’ per cause di forza maggiore, un po’ per scelte proprie, stia delegando ad altri il suo futuro, come se a fronte del grande slancio verso l’internazionalizzazione tanto spesso proclamato dal sindaco Gianluca Galimberti, si fosse rassegnata a giocare un ruolo secondario sul piano locale. Le osservazioni del gruppo di minoranza Obiettivo Cremona con Perri al Documento unico di programmazione discusso ieri in consiglio comunale, per quanto di parte, enumerano una serie di fatti oggettivi, su cui è difficile obiettare. Si potrà discutere sulle motivazioni, ma non sul fatto, ad esempio, che il centrosinistra abbia incoraggiato la partnership industriale tra Lgh – la holding delle municipalizzate della Bassa in cui Cremona contava il 31% – e A2A, il colosso milanese bresciano che punta al monopolio energetico nel nord e dove Cremona conta zero virgola. “È come l’ammissione – ha detto in un passaggio della discussione la capogruppo Maria Vittoria Ceraso – che tutto sommato Cremona non è in grado di gestire le proprie ricchezze”.
Lgh, nella nuova gestione presieduta dal bresciano Antonio Vivenzi, annuncia un road show nei territori per illustrare il piano industriale da qui al 2020. Sono promessi investimenti per 242 milioni ma se vogliamo scendere nel concreto, non è possibile sapere che destino avrà il termocombustore, vero asset redditizio un tempo di proprietà Aem e oggi sfuggito al controllo locale. Per sanità e Camera di Commercio, le scelte sono passate sopra le teste locali, ma evidentemente Mantova ha saputo giocare meglio le proprie carte. Per il momento gli uffici dell’Ats Valpadana (ex Asl) aperti al pubblico sono rimasti in loco, ma per il futuro non si sa, e comunque già ora direzione generale e gran parte dei servizi amministrativi interni non si trovano più a Cremona. La Camera di Commercio avrà sede sul Mincio e non siamo più autonomi nemmeno nella programmazione dei trasporti, anche in questo caso unificati con Mantova nella nuova Agenzia per il trasporto pubblico voluta dalla Regione. Senza contare che Km, l’azienda che insieme ad altri eroga il servizio bus, è ora totalmente in mano tedesca. Di minore importanza strategica, ma fondamentali per i servizi al cittadino, sono poi le due scelte compiute dal Comune in tema di randagismo e canile e di piscine: nel primo caso, dopo un fallimentare bando per trovare un nuovo gestore non è restato altro che ricorrere al canile sanitario e al rifugio di Calvatone; nel secondo, per ristrutturare i malconci impianti natatori si è disposti a cederli per 25 anni ad un gestore esterno al costo di 230mila euro l’anno.
Resta la partecipazione di Comune e Provincia in Autostrade Centropadane, ma col riassetto delle concessioni e la progressiva privatizzazione del comparto, il ruolo pubblico è destinato a scomparire. Per Cremona, occasioni di leadership regionale se ne vedono davvero poche.