Cronaca

Don Gianni Cavagnoli insediato sabato nella parrocchia di San Francesco

La comunità di S. Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist di Cremona, ha accolto ieri il suo nuovo parroco, don Gianni Cavagnoli. La Messa di insediamento è stata presieduta, come sempre, dal vescovo Antonio Napolioni. La processione con i sacerdoti concelebranti, partita dall’oratorio, prima di fare ingresso in chiesa ha fatto tappa sul sagrato della chiesa parrocchiale dove il nuovo parroco e il vescovo hanno ricevuto il saluto del sindaco Gianluca Galimberti, affiancato dal consigliere comunale Sara Arcaini, residente in parrocchia.

Nelle parole del primo cittadino la consapevolezza che, così come le diverse comunità parrocchiali sono un’unica Chiesa, anche i diversi quartieri (nello specifico Cristo Re e Zaist, precedente e attuale parrocchie di don Cavagnoli) sono la stessa città. Da qui il “ringraziamento a questa unica Chiesa per il servizio che dà a questa città, che deve imparare a riscoprirsi come unica città”.

Non è mancato neppure il ringraziamento per ciò che la Parrocchia dello Zaist ha fatto in questi anni, in modo particolare in relazione alla cura delle relazioni e all’attenzione alle povertà, “sperimentando nuove forme di coesione e partecipazione”.

In chiesa, quindi, dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, è stata data lettura del decreto di nomina di don Cavagnoli a parroco dello Zaist. A leggerlo don Pierluigi Codazzi, nuovo vicario zonale, ma presente anche in veste di parroco dell’Immacolata Concezione, al Maristella, parrocchia che, insieme a quella di S. Bernardo (sul presbiterio anche il parroco don Giuliano Vezzosi), condivide con S. Francesco il percorso della pastorale giovanile, affidata a don Matteo Alberti, vicario di tutte e tre le parrocchie. Tra i sacerdoti concelebranti anche don Gianpaolo Maccagni che, su espressa richiesta del Vescovo, infrangendo un po’ la consuetudine, ha preso parte all’ingresso del suo successore allo Zaist.

Dopo che don Cavagnoli ha asperso l’assemblea con l’acqua benedetta e incensato la mensa eucaristica, secondo il cerimoniale proprio dell’insediamento dei nuovi parroci, ha preso la parola Mattia Cabrini che, a nome dell’intera comunità parrocchiale, ha rivolto il saluto al vescovo e al nuovo parroco.

La celebrazione, supportata con il canto dal coro parrocchiale guidato da Antonio Cariani, è stata servita all’altare dai diaconi permanenti Flavio Carli, Eliseo Galli e Marco Ruggeri. Il servizio liturgico affidato ai ministranti della parrocchia coadiuvati dai seminaristi William Dalè e Jacopo Mariotti.

Nell’omelia il Vescovo, prendendo spunto dalle letture, ha voluto anzitutto guardare al prete come “uomo di Dio”. “Questa, caro don Gianni, – ha affermato mons. Napolioni – è un’assemblea di uomini e donne di Dio. Farete a gara a chi è più di Dio!. Non certo una comunità perfetta, ma che proprio davanti al Signore cerca di trovare la capacità di accoglienza reciproca e di giustizia”.

Da ultimo, scherzando sul passaggio di don Cavagnoli da Cristo Re a S. Francesco, il Vescovo ha invitato il nuovo parroco lui per primo a modellarsi su Francesco. “Ti farà compagnia – ha detto –, ti rincuorerà, ma sarà anche un modello esigente per te e per tutti noi. Ripartiamo da lì. Ci è stato donato anche un Papa di nome Francesco perché non ci venisse la voglia di archiviare in fretta questa chiamata del Signore a essere credenti essenziali, poveri, liberi e obbedienti. Questa è la novità cristiana che stasera si ripropone con un parroco che prende per mano questa comunità”.

Dopo l’omelia, il nuovo parroco da solo ha recitato la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità. Ed è stato proprio don Cavagnoli, al termine della celebrazione, a prendere la parola. Anzitutto per i saluti e i ringraziamenti. Quindi tre spunti di riflessione, ideali indirizzi per il nuovo ministero. Facendo riferimento al saluto del rappresentante parrocchiale, il nuovo parroco ha riflettuto su come dare significato all’azione pastorale. Lo ha fatto citando il documento preparatorio al Congresso eucaristico di Genova con l’invito non ad aumentare le attività, quanto piuttosto ad avere uno stile che sia di testimonianza e missionario, evitando di creare una comunità che diventi «struttura prolissa separata dalla gente, che guarda solo a se stessa» e con il pericolo di un ingolfamento di iniziative che coinvolgono sempre le stesse persone.

Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni: Sarà Chan e Paolo Ungari.
Poi un momento di festa in oratorio seguito, in serata, da un concerto gospel di benvenuto in chiesa.

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