Un grande Leo Nucci per chiusura del festival Ponchielli all'auditorium
Un concerto memorabile con una delle ultime star internazionali della lirica, acclamato in tutti i teatri del mondo come simbolo del bel canto: il baritono Leo Nucci, 74 anni straordinariamente portati con una potenza di voce e una capacità interpretativa che solo i grandi del melodramma conservano intatte in età avanzata. Questo ha regalato ai cremonesi il Centro Studi Amilcare Ponchielli a chiusura della Quinta edizione del Festival. La voce di Leo Nucci, della soprano Federica Zanello (bravissima nell’Aria di Violetta di Traviata e in Gilda) e l’Italian Chamber Ensemble hanno contribuito a una serata magica che ha tenuto a battesimo il quartetto d’archi realizzato dal maestro liutaio Toto, voluto da Leo Nucci, che porterà il nome di Cremona sui palcoscenici di tutto il mondo accompagnando il grande baritono. L’auditorium Giovanni Arvedi ha esaltato le voci e le melodie e lo stesso Nucci ha pubblicamente decantato “questa meraviglia che solo Cremona ha”.
“Vendetta, tremenda vendetta” cantata in maniera strepitosa da Nucci con un bis da emozionare i presenti che hanno comunque assistito ad un evento forse irripetibile a Cremona, è stata l’immagine di una serata memorabile ben organizzata da Roberto Codazzi, direttore artistico del Festival. La voce di Nucci e l’entusiasmo che ha suscitato (coinvolgendo gli spettatori in un coro finale di tutto l’auditorium di “Non ti scordar di me”) ha ricordato la serata del gennaio di quest’anno alla Scala, quando al Rigoletto-Nucci la Scala tributò ovazioni così grandi che, infrangendo la regola voluta da Toscanini, alla fine del secondo atto e con il sipario già calato Nucci concesse il bis, come accaduto soltanto al coro del Nabucco diretto da Muti nel 1986.