Cronaca

Folla a Cristo Re per l'ingresso del nuovo parroco don Enrico Trevisi

Una folla di parrocchiani domenica pomeriggio a Cristo Re ha accolto il nuovo parroco don Enrico Trevisi, arrivato in auto insieme al vescovo Antonio Napolioni. La processione d’ingresso è iniziata dalla ex casa parrocchiale. Dietro ai ministranti della parrocchia c’erano gli studenti del Seminario di Cremona. Quindi il nuovo parroco a fianco di mons. Napolioni. Accanto il delegato episcopale per il clero e la pastorale, don Gianpaolo Maccagni, e il nuovo rettore del Seminario, don Marco D’Agostino (a lungo vice di don Trevisi).

La quindicina di sacerdoti concelebranti attendeva, invece, all’ingresso della chiesa, dove il sindaco Gianluca Galimberti (affiancato dal consigliere Luca Burgazzi) ha rivolto al nuovo parroco e al Vescovo il saluto da parte dell’Amministrazione comunale. Parole che hanno riecheggiato quanto già espresso la domenica precedente nell’ingresso di don Maglia a S. Agata e S. Ilario.

Il primo cittadino ha guardato a don Trevisi definendolo “maestro di relazioni e di cultura” negli anni vissuti in città alla direzione del Centro pastorale diocesano prima e del Seminario vescovile poi. Lo sguardo si è focalizzato quindi su Cristo Re e la “attenzione educativa” fortemente radicata in parrocchia. “La nostra città – ha detto Gaimberti – ha un bisogno infinito di relazioni educative grandi. E allora don Enrico, a nome della città, ti chiedo che tu, insieme a questa comunità, possiate aiutare tutta la città a continuare a dare una risposta di senso. Aiutateci ancora e di più aprendovi alla città”.

In chiesa, dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, il vicario zonale uscente, don Gianpaolo Maccagni (già vicario a Cristo Re), ha dato lettura del decreto di nomina del nuovo parroco. Lo ha fatto per l’ultima volta, visto che con l’ingresso di don Cavagnoli allo Zaist, sua ex parrocchia, passerà il testimone a don Pierluigi Codazzi.

Tra i sacerdoti concelebranti don Mario Aldighieri, residente in parrocchia così come don Pierluigi Pizzamiglio, impossibilitato a essere presente. C’erano poi diversi compagni di Messa e “colleghi” del seminario. E naturalmente i diaconi permanenti residenti a Cristo Re: Giuseppe Mazzolini, Flavio Carli e Marco Ruggeri. A coordinare la celebrazione, a supporto del cerimoniere vescovile, il vicario don Diego Pallavicini aiutato da Jacopo Mariotti.

Dopo che don Enrico, secondo il cerimoniale proprio dell’ingresso dei parrici, ha asperso l’assemblea e incensato la mensa eucaristica, Morena Roncolato, in rappresentanza dell’intera comunità parrocchiale, ha rivolto il saluto al Vescovo e al nuovo parroco. “Noi siamo pronti a camminare insieme – ha garantito –, confidando che nella nostra collaborazione non manchino mai due cose: il dialogo e la condivisione”. Con un obiettivo chiaro: “realizzare quell’umanità e quella fraternità voluta da nostro Signore!”.

Dopo il Vangelo proclamato da don Trevisi, ha preso la parola il Vescovo per l’omelia. Ma prima ha voluto che il nuovo parroco sedesse di fronte a lui, nel primo banco. Cosa che don Trevisi ha fatto, posizionandosi di fronte ai suoi famigliari. Nella sua riflessione mons. Napolioni ha guardato in particolare al ministero di parroco. Lo ha fatto, però, dopo aver voluto sottolineare alcuni elementi che accomunano la propria storia personale con quella di don Trevisi: “Hai la stessa età – ha ricordato il Vescovo – di quando io, sei anni fa, in settembre come adesso, diventavo parroco a S. Severino, dopo essere stato, esattamente come te, dodici anni rettore del Seminario, insegnante e impegnato nell’animazione pastorale e, come te, ero in crisi d’astinenza da parrocchia”. E subito una precisazione: “La parrocchia non è l’ultimo posto che un prete desidera vivere: è il primo!”.

E ancora: “Tu, don Enrico, oggi diventi parroco di Cristo Re. Oggi non significa solo 18 settembre, ma in questo tempo, con la sua complessità, con la sua fame di speranza. Oggi significa con questi volti che incontri qui, che fanno corana, che sono l’assemblea visibile, ma anche con tanti che magari hanno già sbattuto la porta, che sono stanchi, che hanno hanno deciso che queste cose che ancora facciamo sono cose del passato. Oggi in cui essere cristiani non è più automatico solo perché battezzati. E lo sappiamo perché la comunità si prende cura dell’Iniziazione cristiana dei sui ragazzi, della formazione dei suoi giovani”.

Parroco di una parrocchia – ha sottolineato ancora il Vescovo – che è Chiesa tra le case. E qui una vera e propria raccomandazione con una richiesta ai parrocchiani: “Se non lo vedete in giro venitelo a chiamare. Perché deve stare tra le case, lungo le strade, pronto a bussare dove c’è solitudine, pronto ad ascoltare dove c’è bisogno di confidarsi. Questo è il parroco! Io l’ho sperimentato in questi anni decisivi per la mia vita, mi hanno probabilmente cambiato. Ti auguro di lasciarti plasmare davvero dalla tua gente, della quale scoprirai presto i pallini, i difetti, le fissazioni, ma anche tutta la carne di Cristo che ti è affidata”.

Al termine dell’omelia il nuovo parroco ha recitato da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità. Quindi, alla fine della celebrazione, supportata con il canto dal coro parrocchiale, don Trevisi ha preso la parola per il saluto ai nuovi parrocchiani. Non sono mancati i grazie: ai familiari, agli amici, ai sacerdoti e ai diaconi presenti in parrocchia. Un pensiero particolare anche al liceo Vida e, soprattutto, al “caro seminario” con un’attenzione rivolta soprattutto ai seminaristi e a Jacopo, il giovane delle parrocchia che entrerà in Seminario. “Anzitutto esprimo la gioia di venire in mezzo a voi e ringrazio il vescovo Antonio per aver assecondato il mio desiderio di lavorare in parrocchia, un desiderio che è nel cuore e nella radice di ogni sacerdote” ha detto. “Un grazie particolare a don Gianni, che è stato mio insegnante e poi collega nello Studio Teologico, e a don Diego che da subito mi ha accompagnato nel decifrare gli innumerevoli fermenti di grazia sparsi nel quartiere Po”.

“Con voi imparerò a fare il parroco, e conto davvero sia sulla vostra Misericordia sia sul vostro aiuto, competente e prezioso” ha detto ancora il neo parroco. “Dell’aiuto di Dio, per me e per voi, ne sono certo. Io arrivo come ultimo e sarò chiamato a presiedere la duplice mensa della Parola e dell’Eucaristia: ma rimango ultimo nel conoscere le persone, nell’imparare i bisogni da saziare, le ferite da curare, le famiglie da accogliere, i ragazzi da incoraggiare. Ho bisogno di essere accompagnato a conoscere, a servire, ad amare”.

Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni: Lucia Frati e Pierluigi Adami. Ha quindi fatto seguito un festoso momento conviviale in oratorio.

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