13 domande per 5 posti al corso laurea in restauro di strumenti musicali
Cinque i posti disponibili, 13 le domande arrivate. Tra queste solo due i nomi stranieri. Per l’ultimo nato dei corsi universitari cremonesi, la laurea magistrale in conservazione e restauro degli strumenti musicali, ormai si tratta solo di iniziare le lezioni. Oggi è attesa la pubblicazione della graduatoria degli ammessi, coloro che hanno superato i test svolti l’1 e il 2 settembre tra i laboratori della scuola di Liuteria di palazzo Pallavicino e la sede di Musicologia di palazzo Raimondi. Il 30 agosto era invece scaduto il termine di presentazione domande, per il debutto a livello nazionale del primo corso di studi universitario che formerà specialisti nel restauro di quella particolare nicchia di beni culturali che sono gli strumenti musicali. Il Miur ha stabilito per questo tipo di laurea un rapporto studenti/docente di 5 a 1 nei laboratori, un numero ristretto che garantirà l’eccellenza della formazione evitando il rischio della saturazione del mercato del lavoro. 25 studenti in 5 anni di corso di studi, questa la previsione in prospettiva.
Cremona dunque ospita il primo ed unico corso di laurea di questo genere in Italia, autorizzato dal Miur nei mesi scorsi, dopo un accurato lavoro di preparazione tra Università di Pavia, Politecnico di Milano e reso possibile dai 350mila euro concessi dalla Fondazione Cariplo. Secondo il dettato ministeriale che lo ha istituito, oggetto del corso sono tutti gli strumenti musicali, quindi non solo quelli caratteristici della liuteria e, anche se in maniera meno preponderante, le strumentazioni e gli strumenti scientifici e tecnici.
E’ previsto un ventaglio molto ampio di discipline, dalle umanistiche alle scientifiche per consentire ai futuri conservatori e restauratori di affrontare il discorso dei beni culturali con piena coscienza di tutta la sua complessità. Per questo motivo, i laboratori dell’Università di Pavia e del Politecnico di Milano ospitati presso il Museo del Violino saranno un punto di riferimento per il progetto.
Fondamentali la tenacia del corpo accademico dell’università di Pavia, in primis la professoressa Angela Romagnoli, la caparbietà delle istituzioni cittadine e il contributo da 350mila euro della Fondazione Cariplo all’interno del distretto culturale.
g.biagi