Addio a Ermanno Rea, lo scrittore che raccontò la Padania sconosciuta
"Un punto di vista sopraelevato su una pianura sconfinata. Tutte le facciate delle chiese sono rivolte verso l'argine maestro, anche quando l'argine le sovrasta sin quasi a lambirne i rosoni". Così Ermanno Rea, il grande scrittore napoletano morto oggi a 89 anni.
“Un punto di vista sopraelevato su una pianura sconfinata. Tutte le facciate delle chiese sono rivolte verso l’argine maestro, anche quando l’argine le sovrasta sin quasi a lambirne i rosoni”. Così Ermanno Rea, il grande scrittore napoletano morto oggi a 89 anni, descriveva nel 1996 la nostra terra nello splendido libro “Il Po si racconta. Uomini, donne, paesi, città di una Padania sconosciuta”. Rea è morto alla vigilia della pubblicazione del suo ultimo libro “Nostalgia, un romanzo che completa la trilogia dei quartieri napoletani raccontando la Sanità. Il suo capolavoro è “Mistero napoletano” ma è stato autore di molti altri libri tra cui “L’ultima lezione”. Vincitore di un Campiello, uomo di sinistra, aveva voluto conoscere da vicino la Padania che all’epoca teorizzava Umberto Bossi e ne fu ammaliato. A Mantova ha conosciuto l’ingegner Gabriele Della Luna, progettista del porto di Cremona, del canale navigabile che gli raccontò dei sogni e dei fallimenti dell’idrovia poi viaggiando da Mantova a Cremona racconta “la Pianura Padana ti scoppia addirittura negli occhi: è l’opulenza che si fa paesaggio, seduzione, attraverso una campagna di un verde smagliante, vellutato, sensuale, pieno di baluginii che sembrano tanti ammiccamenti. Eccola, la tanto decantata ‘food valley’ italiana, terra dai molti primatidove la produzione pro ettaro di mais e bietole è la più alta del mondo”. Rea incontra sotto il Torrazzo il sindaco Renzo Zaffanella, racocnta la storia dell’Universitas Mecatorum, la più fiorente di Lombardia. A Gussola incontra il fattore Dino Pirondi che dirige una cascina in golena, la Cartiera, da record produttivi. Poi è la volta di Giuseppe Morandi della Lega di Cultura di Piadena che racconta dei suoi “paisan” e poi del Micio e della Genia. In città vede anche de Crecchio nel suo studio traboccante di libri, fascicoli, ritagli di giornali, mappe. Al magistrato del Po il geometra Cesare Faroni, lo psicologo Renato Rozzi che gli racconta le sue teorie sulla ricchezza del cremonese (“abbiamo mandato via dalla provincia le palle al piede verso Milano”). E poi Eraldo Alenghi contestatore da una vita indicato a Rea da Corrado Stajano. Così il Po e la Padania hanno stregato lo scrittore napoletano Ermanno Rea.