Cronaca

Commemorato stamattina il 73° anniversario dell'8 settembre 1943

Un momento di riflessione e preghiera davanti al Monumento ai Caduti al Civico Cimitero ha aperto questa mattina, alle 10.30, le iniziative promosse dal Comune di Cremona, dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Comitato Provinciale), dall’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani (Sezione di Cremona) e dall’Associazione Nazionale Divisione Acqui (Sezione di Cremona). per commemorare l’8 settembre 1943, data dell’Armistizio e inizio della Resistenza.
Alle 11.30, nel cortile Federico II di Palazzo Comunale, presenti le massime autorità civili e militari, il sindaco Gianluca Galimberti, il prefetto Paola Picciafuochi e il questore Gaetano Bonaccorso, hanno deposto una corona d’alloro alla lapide che, sotto i portici del Comune, ricorda i Caduti della Resistenza e i Martiri di Cefalonia. E’ seguita l’esecuzione del “Silenzio”.

Ha preso poi la parola il sindaco Gianluca Galimberti: “In questo giorno voglio leggere le parole di Severino Premoli, all’epoca maggiore dei Bersaglieri presso la Caserma Paolini di Cremona, parole pubblicate oggi sul quotidiano ‘La Provincia’ e che mi hanno davvero colpito. “Nonostante le sofferenze, le privazioni e le umiliazioni, non venni mai meno alla mia fede ed al mio giuramento di ufficiale italiano”. Questa fede e questo giuramento valgono per ognuno di noi. Il futuro dipende da ognuno di noi e della coscienza di ognuno di noi. E’ la fedeltà alla res pubblica”.

“Nonostante tutto – ha proseguito il sindaco – è il nostro promettere, il nostro impegno per qualcosa. Oggi abbiamo fame e sete di un senso dello Stato alto. L’anniversario di oggi ci dice che dalle macerie può nascere speranza e che in questo è in gioco la coscienza di ognuno di noi. Questo è il giuramento di fedeltà, nonostante le sofferenze ovvero anche a costo di rimetterci personalmente, di dare se stessi completamente. Così nasce lo Stato. Così nascono le fondamenta della nostra convivenza.
“Impariamo e diciamo di nuovo – ha concluso il primo cittadino – che dalle macerie oggi si esce con ciò che ci unisce: ovvero l’Europa, la coscienza europea di ognuno di noi. La nostra nazione, in questo momento, ha macerie vere e proprie: per rinascere da queste macerie bisogna ritrovarsi insieme in azioni di solidarietà e ritrovare il senso dello Stato. Stasera lo facciamo come città intera”.

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