Cronaca

Rischio calamità: 28 comuni su 115 in provincia non hanno Piano di Emergenza

Mancano comuni importanti come Pizzighettone, Spino d’Adda, Castelverde, dall’elenco del Ministero dell’Interno degli enti locali che hanno stilato e inviato il Piano di Emergenza di protezione civile. Strumento introdotto da una legge del 2012 e che doveva essere predisposto entro 90 giorni dalla sua entrata in vigore. L’elenco, che data ormai al marzo 2013, sta circolando sui media in questi giorni, a seguito dello scalpore suscitato dal terremoto del 24 agosto e dalle sue conseguenze. In provincia di Cremona mancano all’appello i comuni di Campagnola Cremasca, Casalmorano, Castelverde Castelvisconti, Cella Dati, Chieve, Credera Rubbiano, Cremosano, Formigara, Genivolta, Gombito, Malagnino, Moscazzano, Paderno Ponchielli, Pescarolo, Pieve d’Olmi, Pieve san Giacomo, Pizzighettone, Ricengo, Rivarolo del Re, san Giovanni in Croce, san Martino del Lago, Solarolo Rainerio, Sospiro, Spineda, Spino d’Adda, Torlino Vimercati, Vailate. 28 comuni, il 24% della provincia di Cremona, una media sovrapponibile al resto d’Italia, dove 6.159 enti su 7.954 si sono dotati di questo strumento. Il Piano di emergenza di Cremona, rifatto lo scorso anno anche grazie ad un finanziamento appositamente stanziato dallo Stato, solo per il rischio sismico contempla oltre 150 pagine di informazioni. Rivolte agli operatori di protezione civile, ma anche a tutta la  cittadinanza: tra l’altro descrive come vengono coordinate le azioni e le relazioni fra organizzazioni e individua personale, equipaggiamento, competenze e risorse disponibili da utilizzare.

I piani di emergenza non riguardano solo il rischio sismico (Cremona è inserita nella zona 4, a bassissimo rischio), ma anche tutti gli altri generi, a cominciare da quello idrogeologico, assai frequente stagionalmente.

g.biagi

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