Cronaca

Detenuto trovato morto in cella, forse per cause naturali. Chiesta autopsia

Un detenuto straniero di soli 39 anni è morto ieri nel carcere di Cremona. L’uomo è stato rinvenuto da un’agente di Polizia penitenziaria che era in servizio presso il reparto, insospettito dall’eccessivo immobilismo dell’uomo, che ad un primo sguardo sembrava solo addormentato. A darne notizia è il sindacato di polizia Sappe di Cremona. Si presume che il decesso sia dovuto a cause naturali.

“Immediatamente sono stati chiamati i soccorsi e sul posto sono arrivati i medici del 118, che hanno tentato in tutti i modi di rianimarlo, senza però riuscirci” spiega Alfonso Greco, segretario regionale Sappe della Lombardia. “Il giovane era stato condannato in via definitiva per reati contro il patrimonio, con fine pena a fine 2018. Attualmente sono in corso accertamenti autoptici disposti dal pubblico ministero di turno”.

“La situazione nelle carceri resta allarmante: altro che emergenza superata!” aggiunge il segretario nazionale Donato Capace. “Dal punto di vista sanitario è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%)”.

Insomma, episodi come quello di Cremona preoccupano non poco il sindacato di polizia. “Altro che dichiarazioni tranquillizzanti, altro che situazione tornata alla normalità. I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento da quando vi sono vigilanza dinamica e regime aperto per i detenuti”, conclude il leader del Sappe. “Quelli del carcere non sono problemi da nascondere come la polvere sotto gli zerbini, ma criticità reali da risolvere. I numeri dei detenuti in Italia sarà pure calato, ma le aggressioni, le colluttazioni, i ferimenti, i tentati suicidi e purtroppo anche le morti per cause naturali si verificano costantemente, spesso a tutto danno delle condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria che in carcere lavora 24 ore al giorno”.

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