Serra di marijuana in casa: Il matrimonio si farà ma senza il viaggio di nozze
Alla fine Agostino e Susanna si potranno sposare sabato nella chiesa di Vidolasco, ma non potranno fare il viaggio di nozze. Perché il giudice Pierpaolo Beluzzi ha sì scarcerato Agostino, ma nei suoi confronti ha applicato la misura dell’obbligo di dimora.
Alla fine Agostino e Susanna, 29 anni lui, 28 anni lei, si potranno sposare sabato nella chiesa di Vidolasco, così come programmato, ma non potranno fare il viaggio di nozze. Perché il giudice Pierpaolo Beluzzi ha sì scarcerato Agostino, ma nei suoi confronti ha applicato la misura dell’obbligo di dimora, con il permesso di andare a lavorare e con il permesso di sposarsi sabato. Ma per il resto Agostino non potrà spostarsi da Casale Cremasco Vidolasco, suo paese di residenza. Susanna, invece, dagli arresti domiciliari è tornata in libertà senza restrizioni. Lei era incensurata. Entrambi erano finiti in arresto con l’accusa di coltivazione di marijuana e detenzione illecita di hashish.
Sabato 27 agosto i carabinieri di Camisano Cremasco si erano presentati presso la loro casa di Casale Cremasco per notificare al ragazzo, che è pregiudicato (nel 2009 era stato trovato con un’altra piantagione di marijuana in casa), degli atti emessi dal tribunale. Giunti all’ingresso avevano percepito un odore acre di marijuana. Nell’abitazione era stata trovata una vera e propria serra, con luci e ventilazione forzata e sistema di irrigazione per la coltivazione della sostanza stupefacente, oltre a sei piante già mature di canapa indiana, due rami in essicazione di canapa indiana, un panetto di hashish del peso di 66 grammi e 39 grammi di marijuana. Dalla casa i carabinieri avevano sequestrato anche dei calendari in cui erano indicati i tempi di semina e raccolta precedenti.
Questa mattina entrambi i conviventi, difesi dall’avvocato Massimiliano Cortellazzi, sono stati interrogati dal giudice: lui in carcere, lei in tribunale. Nell’interrogatorio, Agostino si è assunto la completa responsabilità dei fatti, anche se la compagna, che non approvava, ne era comunque a conoscenza. “Anche l’appunto trovato”, scrive il giudice nel provvedimento, “che apparentemente indicava una sorta di memo per un’altra persona riguardo ai tempi di esposizione alla luce, era invece un’istruzione personale per se stesso”. Nell’interrogatorio, Agostino si è detto un forte consumatore, anche per motivi terapeutici in quanto soffre di asma, e tutto il prodotto della coltivazione serviva al proprio consumo personale. Susanna, dal canto suo, lo aveva invitato più volte a smettere, con la promessa, una volta sposati, di disintossicarsi e di smettere la coltivazione. Per il giudice, “emerge dunque un quadro grave e circostanziato in merito all’attività illecita di coltivazione di stupefacente” da parte del giovane (“la cui presenza di principio attivo è stata di fatto ammessa dallo stesso indagato proprio in relazione alla volontà di consumare un ottimo prodotto coltivato con adeguati fertilizzanti”). Al contrario, sempre per il giudice, “non emergono invece gravi e circostanziati elementi per ritenere, in relazione alla pericolosità sociale, che quanto meno parte della sostanza fosse anche destinata allo spaccio”. “Una volta sposato, come promesso alla sua futura sposa”, ha spiegato l’avvocato Cortellazzi, “il mio cliente inizierà un percorso di disintossicazione presso il Sert”.
Sara Pizzorni