Cronaca

Unioni civili, è scontro Ceraso insiste: 'C'è una legge'

AGGIORNAMENTO – “Non abbiamo mai richiesto la delega per la celebrazione dei matrimoni perché non è mai stata una nostra aspirazione quella di portar via il lavoro ai preti. Ora invece la Chiederemo per celebrare le unioni tra persone dello stesso sesso perché ci piace constatare che l’istituzione Repubblicana arriva a punti di civiltà che l’istituzione ecclesiastica non può, non deve e non vuole raggiungere”. E’ quanto dichiara il consigliere comunale del Psi Paolo Carletti dopo le polemiche sulle unioni civili (vedi link in basso). “Non ci sogniamo neanche – aggiunge Carletti – di invitare chi non la pensa come noi ad andarsene in Arabia o chissà dove, prendiamo atto delle posizioni espresse da Lega, Forza Italia e lista Perri e della loro scelta di coscienza limitandoci a notare che la coscienza di noi socialisti viaggia in direzione ostinata e contraria rispetto alla loro”.

E’ un susseguirsi di interventi dopo la polemica esplosa sul caso unioni civili. “Darò la mia personale disponibilità per la registrazione delle Unioni Civili, in modo coerente con il mio voto in consiglio comunale, che fu favorevole al registro comunale delle unioni civili, voto espresso precedentemente rispetto alla legge Cirinnà”, dichiara con una nota il consigliere Andrea Sozzi. “Ugualmente, difendo il ragionamento di Maria Vittoria Ceraso, capogruppo di Obiettivo Cremona con Perri – aggiunge -. La sua nota non ha intenti discriminatori, né è contraria alle Unioni Civili tout court. Semplicemente, ribadisce ciò che la legge dice chiaramente e cioè che la registrazione di unione civile non è un matrimonio. La critica di Ceraso, che condivido, pur avendo deciso di offrire la mia disponibilità, riguarda non tanto la sala dove si svolgerà, quanto il tentativo politico di mascherare questa procedura di registrazione travestendola da matrimonio a tutti gli effetti, per motivi di opportunità politica”.

Interviene anche Francesca Baldini, del Pd: “Mi preme personalmente intervenire in merito a quanto dichiarato dalla consigliera Ceraso rispetto a quale sia il luogo più o meno opportuno dove celebrare le unioni civili all’interno del Comune di Cremona.  Con molta chiarezza,  non esiste in nessun caso e per nessun motivo che coppie che finalmente si sono viste riconoscere dalla legge italiana il diritto a ricevere una tutela e un riconoscimento in quanto coppie,  vengano ghettizzate e relegate ad ambienti di serie B. Vorrei ricordare alla consigliera che,  nonostante purtroppo la legge sulle unioni civili sia una legge monca e per certi aspetti insoddisfacente,  tale tanto attesa novità ci obbliga giustamente e finalmente a tutelare anche le coppie omosessuali, per altro rispettando il principio di uguaglianza presente nella nostra Costituzione”. “Appoggio in pieno – prosegue – la decisione della Giunta e la trovo inattaccabile mentre trovo assolutamente opinabile la posizione di quei comuni che hanno deciso di ammettere differenze e distinzioni. Infine, seppur prevedibile,  spiace constatare che alcuni consiglieri abbiano deciso di tirarsi indietro per quanto riguarda la celebrazione delle unioni civili in questo modo venendo meno al loro dovere e arrogandosi diritti di giudizio morale che lascio con piacere alle istituzioni religiose ma che, per fortuna,  nulla hanno e devono avere a che fare con la laica istituzione del Comune”.

Questo il nuovo intervento di Maria Vittoria Ceraso: “Non e’ una questione di sale ma di cio’ che rappresenta celebrare in certi luoghi..la solennita’ delle formule..il ruolo dell’Uffficiale di stato civile. E  soprattutto c’e’ una legge, che non ho scritto io, che chiaramente riconosce diritti e doveri ..ma che non parla di matrimonio! Se il nostro Parlamento avesse voluto equiparare i due istituti bastava fare un solo articolo che prevedesse  il matrimonio  tra persone dello stesso sesso e il rinvio in toto alla relativa normativa …compresa formula celebrazione matrimonio. Ma cosi’ non e’ stato. E non credo che tocchi ai Comuni disporre diversamente. Rimango disponibile alla registrazione della dichiarazione di Unione Civile presso l’Ufficio dello stato civile…come deciso dal Sindaco di Piacenza!

Nelle mie affermazioni non ci sono offese,giudizi o pregiudizi..ho solo motivato la mia non disponibilita’ a comportarmi come se stessi celebrando un matrimonio, con la solennita’ riservata allo stesso, in assenza di una norma che lo definisca tale,in coerenza con la nostra costituzione.
Ci tengo inoltre a precisare che sia per i matrimoni civili  sia per le unioni civili non sussiste  alcun obbligo giuridico che vincola i consiglieri a rendersi disponibili ma si tratta di una mera facolta’”.

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