Fausto Desalu, Stassano attacca la federazione: "Allenamenti errati!"
Non ce l’ha fatta Fausto Desalu, a coronare l’ennesimo sogno. Quello di passare almeno la fase delle batterie. E, a mente fredda e guardando i tempi, un po’ di amarezza resta. Jose Carlos Herrera, il messicano primo arrivato, ha tagliato il traguardo in 20.29. Forse attualmente imprendibile anche per un Fausto a pieni giri. Il secondo, Roberto Skyers, l’atleta cubano che vanta un personale sotto ai 20 secondi ma flagellato, nell’ultimo anno da tutta una serie di infortuni, ha tagliato il traguardo in 20.44. 0.13 centesimi in più del personale di Fausto. Il personale dunque (e pure qualcosina in più) sarebbe bastato per la qualificazione alla fase successiva. Ma è inutile piangere sul latte versato anche perché invero non c’è nulla su cui piangere. Da registrare, in serata, la lettera del professor Carlo Stassano che – a mente fredda – sospende il giudizio sull’emotività accusando i tecnici federali di avere errato probabilmente la preparazione dell’atleta negli ultimi 15 giorni. E sono accuse piuttosto pesanti: “Non mi sottraggo – ha spiegato ieri sera Carlo Stassano in una lettera – di certo, nell’esprimere la giusta amarezza per come Fausto ha corso. Non vuole essere un giudizio su di lui, ma il disappunto per il lungo periodo che gli è stato fatto vivere (dal 30 luglio) lontano da Casalmaggiore eseguendo, di certo, allenamenti non adeguati alle sue necessità. Per chi ne vede il quotidiano allenamento con Contini comprende come un calo così vistoso negli ultimi 50 metri della gara stia a rappresentare proprio un’errata proposta di lavoro (allenamento) degli ultimi 15 giorni. Ed è il periodo che Fausto ha vissuto in Brasile non seguito dal suo Tecnico. Servirà una profonda riflessione perchè l’evento olimpico non è cosa da poter assumere con superficialità e non può essere vanificato da scelte errate di altri. E’ stata unicamente una errata programmazione, immaginando che possano essere mancati adeguati richiami di potenza lattacida. Detto questo mi auguro che in Fausto possa restare la grandezza di una esperienza umana, sociale, geografico-ambientale di grande respiro, e che tutto ciò non gli faccia perdere la giusta e doverosa autostima in se stesso, in quanto per tutti noi è e resta sempre il bravissimo giovane che quotidianamente rappresenta!”. A prescindere dalla ricerca delle responsabilità comunque resta il fatto che tra quattro anni a Tokio Fausto sarà ancora giovane. Avrà tempo e modo di rifarsi.
Nazzareno Condina